Cosa fa l’Europa per me? Il Parlamento Ue si racconta

Giu 6, 2019

Un sito diviso in ventiquattro lingue, ognuna con tre sezioni. La pagina web racconta l'impegno delle istituzioni verso i Paesi membri
di Alfonso Vannaroni

cosa fa l'europaCosa fa l’Europa per me? Percepita come un peso. Come un gigante burocrate. A volte vicina altre lontana. L’Europa in questi anni non sta vivendo la sua migliore stagione. Ma cosa fa l’Europa fa per me, per noi. Per i giovani, gli anziani, il lavoro,  per i diritti sociali? A rispondere ci pensa il Parlamento europeo con un sito specifico, «what europe does for me» (cosa fa l’Europa per me). Suddiviso in ventiquattro lingue, ognuna con tre sezioni principali: «nella mia regione», «nella mia vita» e «focus», la pagina web racconta le istituzioni europee, il loro impegno verso i Paesi membri e come questo ricade sulla nostra vita quotidiana.

Navigando nel sito e spulciando la sezione dedicata alle regioni italiane, si inizia a così a scoprire che in Toscana il progetto Giovanisì, realizzato con l’apporto dell’Ue, ha sostenuto oltre 230mila giovani nel loro processo di transizione verso l’autonomia, promuovendo opportunità legate al diritto allo studio e alla formazione, il sostegno per l’inserimento nel mondo del lavoro e l’avvio di start up. Un’altra regione, il Veneto: qui per perseguire gli obiettivi di crescita sostenibile, di occupazione e competitività della strategia Europa 2020, il territorio si avvale della politica di coesione: tradotto in fondi sono più di 600 i milioni di euro in parte già distribuiti a oltre mille beneficiari. La Valle d’Aosta – Regione autonoma a statuto speciale – per progetti simili usufruisce di circa 135 milioni. Dal nord, si passa al sud dell’Italia. In Basilicata, ad esempio. In questo territorio circa un miliardo di euro cofinanziano attualmente progetti di sviluppo che spaziano dalle infrastrutture al sociale, dalla cultura alle aree rurali. E’ grazie ai fondi Ue che in Campania è stato possibile realizzare il grande progetto Pompei, stiamo parlando di 105 milioni per la completa riqualificazione del sito archeologico. C’è poi la storia culturale sarda, sostenuta con 1,5 milioni. Mentre l’efficienza energetica degli uffici pubblici del Piemonte viene incentivata grazie ai 76 milioni di fondi europei. L’Abruzzo ha elaborato – grazie al network RegEnergy – soluzioni energetiche sostenibili usufruendo di 800mila euro. Il Lazio con 4milioni ha definito un’agenda digitale per promuovere lo sviluppo sostenibile.

Approfondendo, il tour virtuale si scoprono poi i progetti dedicati alle singole città. Il programma Plus ha permesso a Rieti di ottenere quasi nove milioni di euro per riqualificare e rigenerare il tessuto urbano. Il piano di tracciamento dei rifiuti di Bari è stato realizzato grazie anche ai quasi due milioni provenienti da Bruxelles, cosi come il milione e mezzo per i lavori di dragaggio del porto di Taranto. Cento milioni sono stati destinati alla costruzione dell’ospedale San Marco e del centro di eccellenza ortopedica di Librino, a Catania. E se le strutture turistiche del Trentino Alto Adige registrano il numero più alto di pernottamenti per numero di abitanti e chilometri quadrati, non va certo dimenticato che il flusso di turisti stranieri è facilitato anche dalla libera circolazione delle persone nello spazio Schengen.

cosa fa l'europaSpulciando nelle altre sezioni del sito, qualcuno resterà sorpreso nel leggere che l’Ue ha introdotto una specifica legislazione restrittiva per tutelare le salute delle persone che vivono vicino agli aeroporti. O che sta finanziando progetti per combattere la violenza sui minori. E che la Commissione ha fissato l’obiettivo di inserire nel mondo del lavoro il 75 per cento delle persone di età compresa fra 20 e 64 anni entro il 2020. O ancora che la normativa sulle emissioni inquinanti sarà più restrittiva. Sono ventiquattro i documenti in evidenza: trattano di sicurezza, migrazioni, parità tra uomini e donne, politica industriale, protezione dei consumatori. Sfogliarli equivale a leggere le strategie dei prossimi anni. Piani che possono e devono essere migliorati, certo. Perfezionati, perché la perfezione non appartiene al genere umano. Il tutto però senza demolire le istituzioni europee. Senza svilirne il valore.

What Europe does for me? Sicuramente di più. Versiamo più di quanto riceviamo, ciò accade in virtù di meccanismi che tengono conto del reddito nazionale lordo di ciascun Paese cui va aggiunta una nostra consolidata incapacità nel presentare progetti. Ma siamo sicuri che i populismi siano realmente in grado di migliorare le condizioni dei cittadini europei? Che andare in ordine sparso nel mondo sia la soluzione migliore? La moneta unica ha causato perdita di potere di acquisto, la crisi economica ha spazzato via posti di lavoro. Il sindacato chiede più giustizia sociale e una nuova strategia economica. Non soltanto un’Unione economica e monetaria ma anche politica e sociale, con una legislazione fiscale omogenea. Questa è la vera sfida. Nasconderselo sarebbe un inganno da consegnare alla storia. E magari da conservare al Falseum, ovvero al primo museo interattivo italiano del falso di Biella. Guarda caso realizzato pochi anni fa grazie a un cofinanziamento dell’Unione europea.

1 commento

  1. Annamaria Puri Purini

    Finalmente una analisi esauriente sull’ importanza della appartenenza dell’Italia alla Comunita’ Europea e sul suo funzionamento a favore dei cittadini dei Paesi che ne compongono il tessuto. Complimenti

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