Prima gli italiani? Questi i risultati dello studio Uil Eures

Mag 16, 2019

Una contrazione del Pil regionale di 19 miliardi di euro, la scomparsa di 80mila realtà imprenditoriali e 300 mila occupati in meno. Un buco da un miliardo di euro nei conti della previdenza
di Maria Teresa Cinanni

Una contrazione del Pil regionale di 19 miliardi di euro (valore pari alla somma della ricchezza prodotta da Basilicata e Molise), la scomparsa di 80 mila realtà imprenditoriali, 300 mila occupati in meno, un buco da un miliardo di euro nei conti della previdenza, 7 mila insegnanti in esubero e un tracollo del welfare per migliaia di nostri concittadini. Questo in sintesi lo scenario che ci troveremmo dinanzi se improvvisamente fossero espulsi dalla nostra regione i 680 mila stranieri regolarmente residenti e si imponesse un blocco totale dei flussi migratori in entrata. A fare i calcoli la Uil del Lazio e l’Eures che hanno ipotizzato una regione senza stranieri.

La popolazione straniera nella nostra regione ha registrato nell’ultimo quinquennio una crescita del 10,2%, mentre quella italiana ha subito un calo dello 0,7%. Allontanare gli stranieri, comporterebbe un immediato calo demografico e un conseguente invecchiamento della popolazione residente. Da ciò deriva, solo nella nostra regione, dove risiede il 15% della popolazione straniera residente in Italia, un calo del 10% del Pil, a fronte di un decremento nazionale pari all’8,9%. Cui si aggiungerebbe una diminuzione del 12,9% dell’occupazione con effetti devastanti soprattutto nei settori agricolo e domestico.

La perdita del contributo straniero alla produzione agricola, la cui forza lavoro “ufficiale” è rappresentata per il 40% da migranti determinerebbe il taglio di circa 20 mila addetti, con inevitabili ripercussioni sul fronte della produzione e del commercio agroalimentare del territorio.  Ancora più pesanti sarebbero le ricadute nell’ambito del lavoro domestico e nel sistema dell’assistenza domiciliare privata, poiché all’interno del settore gli stranieri rappresentano circa l’83,9% del totale degli addetti attualmente “censiti” dalle statistiche ufficiali. Sommando a tale risultato la “quota” relativa ai lavoratori non “in regola” (quasi 80 mila unità secondo le stime Istat, di cui circa 70 mila stranieri), si tratterebbe di un “esercito” di circa 200 mila unità, la cui fuoriuscita dal mercato avrebbe ripercussioni drammatiche in termini di organizzazione familiare e possibilità di conciliazione lavoro/famiglia, in particolare modo per le donne.

 

Ma, stando ai dati di Uil ed Eures, la ridotta presenza di anziani tra gli stranieri trova conferma anche nei dati relativi ai beneficiari delle pensioni: appena l’1% degli assegni erogati in regione è destinato a cittadini di nazionalità straniera. In termini assoluti, si tratta di poco più di 17 mila assegni. Poiché svolgono in genere occupazioni meno qualificate rispetto a quelle svolte dagli italiani, la loro situazione retributiva è complessivamente più sfavorevole: circa 7,7 mila euro annui per uno straniero contro circa 12 mila euro per gli italiani, con un gap pensionistico pari a quasi 4 mila euro. Ancora più indicativo il saldo contributivo/previdenziale della popolazione straniera e di quella italiana residente nel territorio regionale: i dati del sindacato mostrano infatti come tra gli stranieri si registri un’eccedenza di 915 milioni di euro, a fronte di un saldo pari a -3,1 miliardi con riferimento alla popolazione italiana. Allontanare tutti gli immigrati dalla nostra regione significherebbe inoltre, dice il dossier Uil Lazio-Eures, anche allontanare dalle scuole del Lazio i 64 mila studenti regolarmente iscritti (27,8 mila della scuola primaria, 16,2 mila delle scuole medie e 19,9 mila delle superiori). Ciò comporterebbe un esubero immediato di circa 6.800 docenti, con inevitabili ripercussioni per l’occupazione dell’intero settore.

 

1 commento

  1. Silvana

    Interessante analisi…leggere i dati fa sempre un certo effetto e aiuta a comprendere meglio le situazioni, soprattutto quella che si va profilando. Grazie a Eures che conosco e apprezzo professionalmente.

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