Da quella notte del 24 agosto 2016 c’è una parte del Paese dove il tempo si è fermato. Quel terremoto che ha distrutto Amatrice e quella terribile sequenza sismica che si è protratta per mesi con scosse violente fino a Gennaio 2017, ha lasciato ferite che sono ancora aperte nel centro Italia. Ne sanno qualcosa gli abitanti che vivono nella zona del cratere. In quest’area d’Italia duemila scuole, quattromila edifici pubblici e sessantamila abitazioni private sono inagibili.
«Noi non abbiamo governi amici – torna a dire il Coordinamento dei comitati Terremoto Centro Italia – Siamo scesi in strada nei nostri territori, siamo scesi in piazza a Roma, abbiamo protestato ma abbiamo anche proposto. Abbiamo scritto emendamenti alle leggi, partecipato a infinite riunioni, i governi si sono alternati ma la risposta è stata sempre la stessa: una ricostruzione inesistente, un modello di ricostruzione che è imploso su se stesso e che andrebbe cambiato radicalmente perché inadatto». E intanto queste zone lentamente continuano a morire, giorno dopo giorno, da ormai due anni e mezzo. Perché chi aveva una occupazione non lo ha più. Migliaia di posti di lavoro sono andati in fumo: aziende artigiane, agricole, commercianti, sono stati costretti a chiudere con pochissime possibilità di riaprire.
«Ad oggi nessuno, tranne la solidarietà degli Italiani – dice il Coordinamento – si è preoccupato di riportare le condizioni migliori affinché le persone potessero ricominciare a vivere, lavorare e avere una speranza di vita dignitosa nei territori che amano, senza dover pensare di abbandonarli. Resistiamo immersi nella natura che amiamo come il gamberetto del lago di Pilato. Non abbiamo bisogno di grandi opere inutili ma di un aiuto concreto per ricostruire e rigenerare la bellezza dei nostri luoghi e la ricchezza che ne deriva per l’Italia intera».
«Siamo stanchi di un Governo assente che promette e non mantiene e lascia al proprio destino un territorio cosi vasto dell’Italia centrale tra Marche, Umbria, Lazio e Abruzzo. Siamo stanchi di passerelle e selfie – conclude la nota del Coordinamento dei comitati Terremoto Centro Italia – abbiamo deciso di scendere in piazza e manifestare a Roma il prossimo 18 maggio 2019. Invitiamo tutti coloro che condividono le nostre ragioni a sostenerci. Non lasciateci soli».
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