«Operazione Zebra», ovvero come difendere i pedoni della Capitale

Apr 18, 2019

A Roma nel 2015 cinquanta pedoni sono morti in seguito a investimenti e oltre duemila sono rimasti feriti
di Redazione

Si chiama «Operazione Zebra». E’ la campagna nata su Facebook  per la difesa dei pedoni e dei passaggi pedonali romani. Sostenuta al momento da Cittadinanzattiva e da alcuni comitati di quartiere (Mura Latine, Fleming-Tor di Quinto, Torresina, Eur Ferratella, Città Giardino, Comitato di Zona Via Tieri), Operazione Zebra documenta lo stato delle strisce pedonali in città e chiede impegni precisi all’amministrazione comunale. E ce n’è davvero bisogno perché i numeri sono drammatici. Nel 2015 a Roma (fonte Aci-Istat) 50 pedoni sono morti in seguito a investimenti e oltre 2.200 sono rimasti feriti. Nel 2016 i morti sono scesi a 39, ma l’anno dopo, nel 2017, sono risaliti a 49. Nel 2018, stando ai media, fino a ottobre erano morti una quarantina di pedoni.

È una fatalità, è inevitabile? No. Serve una politica per i pedoni, con obiettivi precisi e misurabili nei prossimi anni, come è già avvenuto in altre città europee che hanno ridotto fortemente il numero delle vittime. «L’obiettivo è documentare la situazione delle ‘zebre’ a Roma e delle difficoltà per i pedoni, che sono la fascia più debole della mobilità – dice Massimiliano Di Giorgio, un giornalista, che ha promosso l’iniziativa – Sulla pagina Facebook si raccolgono foto e segnalazioni dai cittadini e si propongono iniziative. Ci siamo dati per il momento una scadenza, a metà giugno, per presentare il dossier al Campidoglio. E vogliamo fare anche un’azione di sussidiarietà, come ridipingere noi stessi strisce sbiadite o scomparse, per richiamare l’amministrazione al proprio dovere».

A Roma serve un manifesto per i pedoni. E’ necessario segnalare le situazioni di pericolo alla polizia municipale serve e va fatto puntualmente, per telefono o attraverso il sito web del Comune. Ma serve soprattutto una politica cittadina per i pedoni, che poi spesso sono anche gli utenti dei mezzi di trasporto pubblici. Per questo, bisogna cominciare a porsi alcune regole:i passaggi pedonali non sono mai troppi; possibilmente devono essere rialzati e comunque visibili e segnalati, sia di giorno che di notte; i semafori a richiesta devono essere installati lungo le strade per proteggere il passaggio dei pedoni quando necessario, le zone di circolazione a 30 chilometri orari nei quartieri vanno protette con segnali, dossi, curve artificiali, altrimenti nessuno se ne accorge; le piste ciclabili non devono essere miste (cicli/pedoni) o togliere spazio al marciapiede; devono invece sottrarre strada alle automobili; il Comune deve seriamente impegnarsi a combattere contro il parcheggio in doppia fila (e quello sulle fermate dei bus), perché aumenta i problemi di circolazione delle auto e mette in pericolo chi cammina e chi va in bicicletta.

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