«Vai via», «sei un nero schifoso» o addirittura etichettati come spacciatori. È quanto sta accadendo quotidianamente a molti ragazzi di colore residenti nel nostro Paese. Insulti e offese che pare raggiungano un’escalation sui mezzi pubblici, spesso durante il tragitto casa – scuola.
Alcuni di loro, intimoriti e umiliati, hanno deciso di non salire più su un autobus e si muovono a piedi o in monopattino, come Fabian, il tredicenne nato in Congo e adottato all’età di 2 anni, figlio di Gabriella Nobile, fondatrice di Mamme per la pelle, un’associazione di mamme prevalentemente adottive, ma anche straniere che condividono, divulgano gli episodi di razzismo accaduti ai propri figli, promuovendo progetti culturali e scolastici e offrendo, in caso di bisogno, assistenza legale e psicologica alle giovani vittime e alle loro famiglie. Sono 500 le mamme che ne fanno parte al momento e domani, sabato 6 aprile (dalle 10 alle 13) saranno tutte a Roma, per un sit-in organizzato in piazza Euclide, la stessa dove alcuni giorni fa è stata aggredita una donna africana con i suoi bambini.
«arà un presidio pacifico e colorato», annunciano. Un presidio per far sentire la propria voce e sensibilizzare l’opinione pubblica e la classe politica perché, dicono, «la situazione è peggiorata nell’ultimo anno. E che ci sono giovani che non riescono più a entrare in discoteca perché lasciati alla porta dai buttafuori», o ragazzi traumatizzati come «il quattordicenne etiope scambiato e perquisito come uno spacciatore su un treno».
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