Il punto vendita di Tiziana è fornitissimo. L’assistenza, l’acquisto e il noleggio di computer hardware e software è un’attività che la impegna molte ore al giorno. Entrando nel suo negozio di Frosinone vedi il figlioletto seduto a una piccola scrivania intento a svolgere i compiti assegnati dalla maestra. Salta subito agli occhi il dinamismo di Tiziana, accompagnata dalla grazia esile e sognante di una figura del Botticelli. Il marito è lontano per lavoro. Ma lei è una forza della natura. Grazie anche all’aiuto della famiglia è riuscita a farsi largo in un settore prettamente maschile.
Uno dei maggiori problemi di Tiziana è stato infatti proprio affermarsi in una realtà che vede questo lavoro maschile, nell’insensata e antiquata concezione pregiudizievole che distingue ancora i lavori per sesso. Tiziana ha rivoluzionato questa accezione ponendosi in prima fila nella propria professione. «All’inizio non è stato facile convincere le persone che anche una donna può occuparsi di materiale tecnologico e tecnico – racconta Anita Tarquini, segretaria generale della Uil di Frosinone che sta raccogliendo sul territorio testimonianze di donne che sono riuscite a imporsi nel mondo del lavoro – portando avanti con competenza un lavoro che è ritenuto ancora oggi appannaggio dell’uomo in quanto tale».
La giornata di Tiziana si divide tra negozio, riparazioni e lavoro in casa – che spesso grava sulle spalle della donna. La storia di Tiziana è una storia che spinge tutti a riflettere sul dualismo sociale presente ancora nella nostra società, su quel dualismo che distingue le competenze tra uomo e donna. Un dualismo che va estirpato e di cui, fortunatamente, le storie come queste danno speranza per una società più aperta e lontana dai pregiudizi troppo lenti a morire.
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