Una sanità al collasso, con una carenza cronica di posti letto (2,58 per ogni 1000 abitanti), una mancanza di personale di oltre 1200 unità rispetto all’organico minimo essenziale, un’età media superiore a quella nazionale e i pochi presidi del territorio costantemente intasati. Si presenta così la sanità pontina che lamenta da anni gravi carenze mai colmate e una compromissione dei servizi e delle varie attività, comprese quelle di emergenza e salvavita. A denunciarlo i segretari generali Cgil, Cisl e Uil del territorio, Anselmo Briganti, Roberto Cecere e Luigi Garullo, che hanno scritto una lettera aperta al presidente della Regione Zingaretti e all’assessore alla Sanità, D’Amato chiedendo interventi immediati per migliorare una situazione che definiscono drammatica e non più tollerabile.
«La Asl di Latina – scrivono i tre – ha visto diminuire il personale di oltre mille unità e nell’anno in corso, anche per effetto dei pensionamenti aggiuntivi previsti con Quota 100, la situazione è destinata ad aggravarsi ulteriormente. I presidi ospedalieri di Terracina e Formia sono in forte sofferenza per tutti i problemi irrisolti e per la carenza di investimenti. L’ospedale del capoluogo, il Santa Maria Goretti, pur essendo classificato come un DEA di secondo livello, non ha però, di fatto, mai visto realizzati appieno tutti gli interventi necessari. Il pronto soccorso, uno dei più intasati del Lazio a causa della chiusura dei molti ospedali del territorio, versa in condizioni inaccettabili, con pazienti su barelle nei corridoi e nei pressi dei servizi igienici».
«Abbiamo appreso con piacere dell’avvio del bando per la stabilizzazione dei precari che troveranno finalmente stabilità lavorativa – proseguono i tre sindacalisti – ma ribadiamo che ciò non sposta la questione: resta la carenza di personale per oltre 1.200 unità e crediamo non sia più tollerabile assistere passivamente a questa situazione che fa regredire il nostro territorio anche in termini di qualità della vita». La lettera si conclude con la richiesta urgente di un tavolo di confronto per definire interventi che possano scongiurare il rischio di collasso dell’intero sistema sanitario della provincia pontina.
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