Arresti a Guidonia. In tredici (8 in carcere e 5 agli arresti domiciliari) sono stati raggiunti da un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip del Tribunale di Roma su richiesta della locale Procura della Repubblica – Direzione distrettuale Antimafia. Per tutti il reato contestato è quello di associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti.
Condotta dai Carabinieri della Compagnia di Tivoli, l’indagine – denominata «Torre 18» – ha ricostruito l’azione di una organizzazione criminale dedita al traffico e alla vendita di sostanze stupefacenti. Il sodalizio criminale aveva realizzato vita a una piazza di spaccio all’interno delle case popolari di via Rosata 18 (nel quartiere Collefiorito di Guidonia Montecelio) e vicino l’istituto comprensivo Montelucci. «Uno dei grandi supermarket della cocaina dell’area tiburtina, fanno sapere gli investigatori».
Spavaldi e tracotanti, i vertici della banda avevano organizzato un sistema di vedette e telecamere nell’area esterna della Torre 18. Avevano messo in piedi una fitta rete di giovani pusher italiani che assicuravano – su tre turni – 14 ore di attività illegale e ininterrotta. Agli affiliati veniva pagato settimanalmente uno stipendio. E ai membri della consorteria criminale era fornita anche assistenza legale, nel caso qualcuno ne avesse avuto bisogno.
Ma dall’indagine – iniziata nel giugno del 2017 e coordinata dal sostituto procuratore di Tivoli Gabriele Iuzzino – sono emersi anche altri elementi. Gli attuali indagati hanno sempre potuto contare sulla collaborazione di molti condomini, cui affidare i proventi quotidiani dello spaccio per eludere l’azione degli investigatori in caso di perquisizioni domiciliari. Oltre ai membri del sodalizio, altre venti persone sono state denunciate in stato di libertà per favoreggiamento personale.
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