Perdiamo due metri quadri di suolo al secondo. Centoventi metri quadri al minuto. La velocità con la quale consumiamo irreversibilmente il territorio spaventa ma in passato è andata anche peggio, ad esempio nel primo anno del nuovo secolo i metri quadrati al secondo consumati erano stati addirittura otto al secondo. Ma non siamo diventati più bravi e nemmeno più rispettosi dell’ambiente. Il lieve rallentamento è dovuto soltanto alla crisi economica. Questi alcuni dei dati contenuti nella seconda edizione del Rapporto Ambiente Snpa, presentato oggi da Ispra.
«Il consumo di suolo in Italia continua a crescere – si legge nel rapporto – pur segnando un rallentamento negli ultimi anni: tra il 2016 e il 2017 le nuove coperture artificiali hanno riguardato 5.200 ettari di territorio, ovvero in media poco più di 14 ettari al giorno: circa 2 metri quadri di suolo sono stati persi irreversibilmente ogni secondo».
Dopo aver toccato anche gli 8 metri quadri al secondo degli anni 2000 e il rallentamento iniziato il periodo 2008-2013 (tra i 6 e i 7 metri quadri al secondo), il consumo di suolo si è consolidato negli ultimi tre anni, con una velocità ridotta. «Il sensibile rallentamento –precisa però il rapporto – è probabilmente dovuto all’attuale congiuntura economica più che a una reale aumentata sensibilità ambientale verso le problematiche della conservazione del suolo».
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