Chi era Clementina Caligaris? Clementina era una maestra delle scuole elementari di Sezze. Clementina era anche una militante socialista dell’Agro pontino. Clementina Caligaris fu una tra le prime tredici donne italiane a entrare in una istituzione politica, la Consulta nazionale per la Costituente, che si riunì per la prima volta il 25 settembre del 1945. La Consulta era un parlamento transitorio nominato dai partiti del Comitato di liberazione nazionale (Cln) in attesa delle prime elezioni politiche dopo la caduta del regime fascista, ne facevano parte 400 tra le più influenti personalità della politica e della cultura: da Benedetto Croce a Giulio Andreotti a Umberto Terracini. Nel frattempo le donne italiane avevano ottenuto nel febbraio del 1945 il tanto agognato diritto di voto e così i partiti indicarono le prime rappresentanti politiche che varcarono la soglia di Palazzo Montecitorio. Nella piccola pattuglia femminile spiccavano i nomi della democristiana Angela Maria Guidi Cingolani e della comunista Teresa Noce, che poi sarebbero state elette all’Assemblea Costituente. Ma la più anziana tra di loro era la maestra socialista Clementina Caligaris, di origine vercellese, giunta a Sezze nel 1904 dove ben presto si mise in luce per una intensa attività politica e sindacale a sostegno delle donne dei braccianti, per la loro emancipazione economica e sociale e delle maestre elementari che rappresentava nei vertici regionali dell’Unione Magistrale Nazionale.
La presenza di una donna capace di tenere comizi nelle piazze dei paesi dei monti Lepini e della pianura pontina era al tempo una novità assoluta, le forze di polizia annotavano che la Caligaris «aveva un forte ascendente sulle donne del popolo» che sempre più numerose si iscrivevano alle Leghe contadine. Il fascismo la cacciò da Sezze assieme alla famiglia per le sue idee politiche costringendola a rifugiarsi a Velletri, il suo caso fu anche dibattuto nel Parlamento, con capo del governo Mussolini, nel maggio del 1923. Ma una volta caduto il regime il Psi di Pietro Nenni non si dimenticò del suo impegno e la indicò tra le prime esponenti che avrebbero iniziato a dare rappresentanza e voce alle donne italiane dentro Palazzo Montecitorio. La «maestrina», come la chiamavano a Sezze, dove fu protagonista di rivolte e manifestazioni rimaste impresse nella memoria popolare, proseguì il suo impegno fino alla fine degli anni cinquanta prima con il Psi e poi con il Psdi. Morì nel 1977 a 94 anni in una Italia attraversata da cortei di migliaia di donne, ragazze e adolescenti, che rivendicavano maggiore libertà e parità di diritti con l’universo maschile, ma un debito di riconoscenza lo dovevano a quelle pioniere come Clementina Caligaris che all’alba del novecento ebbero il coraggio di andare da sole controcorrente, battendosi per i diritti femminili, attirando su di sé un odio feroce ma scavando le fondamenta di uno stato realmente più democratico.
«Quello di Clementina Caligaris – racconta Dario Petti, autore del libro e ricercatore di storia sociale e politica del territorio Pontino – è un raro profilo di militanza politica femminile capace di attraversare l’Italia liberale, fascista e repubblicana, ricostruito attraverso profonde ricerche di archivio e giornali dell’epoca». Il libro, edito da Atlantide, sarà presentato a Latina sabato 2 marzo, alle ore 18, nella splendida cornice della Casa del Combattente in Piazza San Marco, dove l’autore sarà affiancato dalla giornalista Cora Craus e dalla professoressa Sparta Tosti, presidente dell’Istituto di Scienze Umane e Sociali di Latina. Clementina Caligaris, storia di una consultrice farà poi tappa l’8 marzo a Sezze e il 9 marzo a Roccagorga.
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