Infortuni mortali sul lavoro. Un bilancio drammatico. Nel 2018, in tutta Italia, ci sono state 1.133 vittime, 104 in più rispetto al 2017. Sono 786 i decessi registrati in occasione di lavoro e 347 quelli in itinere. Dati resi noti dall’Osservatorio sicurezza sul lavoro Vega sulla base degli ultimi dati Inail.
Nel Lazio, i morti sono stati in tutto 63. Sesta posizione a livello nazionale. Il più alto numero di morti si è registrato in provincia di Roma, 46 decessi in tutto su un numero di occupati pari a 1.833.156. Roma, a causa di questo triste dato, è anche la prima provincia a livello nazionale per morti sul posto di lavoro. Segue la provincia di Frosinone, 6 morti, le province di Viterbo e Latina (5) e quella di Rieti, con un solo morto. Se però si va a vedere la graduatoria in base all’indice di incidenza, vale a dire la frequenza degli infortuni per milioni di ore lavorate, la provincia di Viterbo si colloca al 38° posto a livello nazionale e al primo per quanto riguarda il Lazio. Dopo ci sono Frosinone (44° a livello nazionale), Roma (75°), Latina (79°) e Rieti (91°) Tornando al dato nazionale, la Lombardia presenta i dati peggiori. Le vittime registrate in occasione di lavoro nel 2018 sono 113. Seguono Emilia Romagna (84), Veneto (69), Piemonte (68), Campania (66), Lazio (63), Toscana (58), Puglia (45), Sicilia (36), Calabria (34), Liguria (33), Friuli Venezia Giulia (24), Abruzzo (19), Basilicata (15), Marche (14), Trentino Alto Adige e Sardegna (13), Molise (11), Umbria (7) e Valle D’Aosta (1).
Ed è sempre la Lombardia a guidare la classifica delle morti sul lavoro, che tengono conto anche degli infortuni in itinere, con 163 vittime. Al secondo posto Emilia e Veneto (115) e terzo è il Piemonte (98). Osservando invece l’incidenza della mortalità rispetto al numero di occupati è il Molise, con 104,8 infortuni ogni milione di occupati, a guidare la graduatoria italiana seguito dalla Basilicata (79,6) e dalla Calabria (63,3). Prima regione del Nord è invece la Liguria (54,7) seguita dal Friuli Venezia Giulia (47,5).
Nell’indagine per macroaree, spetta poi al Sud con un incidenza di 52,8 (Campania, Puglia, Basilicata e Calabria) indossare la maglia nera, seguito dal Nordest (Friuli Venezia Giulia, Trentino Alto Adige e Veneto) con un indice di 34. A colpire, però, non sono solo i numeri, ma anche l’età delle vittime. Quasi la metà tra i 50 e i 65 Le donne vittime di un infortunio mortale in occasione di lavoro nel 2018 sono state 49 (104 comprese quelle in itinere). Gli stranieri deceduti in occasione di lavoro nel 2018 sono 117 (in totale, compresi gli infortuni in itinere, sono 181). Il settore più colpito, sempre in occasione di lavoro, non è determinato dall’INAIL e registra 226 casi. A seguire, costruzioni (125 vittime), attività manifatturiere (105) e trasporti e magazzinaggio (104). La provincia in cui si conta il maggior numero di infortuni mortali in occasione di lavoro è Roma (46 decessi). Ed è seguita da Torino e Milano (33), Napoli (32), Genova (20), Brescia (18), Bologna e Verona (17), Udine (16), Mantova e Salerno (15), Foggia, Caserta e Modena (14), Arezzo, Treviso, Bergamo (13).
Per quanto concerne infine le rilevazioni degli infortuni totali (compresi quelli in itinere) è sempre Roma in prima posizione (66); seguita da: Milano (49) seguita da Torino (44), Napoli (44), Foggia (30), Verona (28), Genova (26), Bologna (25), Bergamo (20), Padova e Treviso (19). Infine a crescere sono anche gli infortuni dai 635.433 del 2017 ai 641.261 del 2018. Circa 6000 in più. Sul podio ancora una volta la Lombardia con 119.937 infortuni, seguita dall’Emilia Romagna (85.823) e dal Veneto (76.486).
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