«Siamo ancora in tempo per dare risposte ai lavoratori, ai pensionati, ai giovani e alle donne. Siamo ancora in tempo per ripensare una manovra finanziaria che, così com’è stata strutturata, non dà risposte per la crescita, per lo sviluppo, non rilancia le politiche pubbliche, che penalizza le donne, i giovani e i lavoratori precari che hanno carriere discontinue, che non crea posti di lavoro ma mette in campo mere politiche di assistenza, che aumenta le disuguaglianze e rischia di creare nuove guerre fra poveri». Non usano mezzi termini Cgil Cisl e Uil del Lazio per lanciare la manifestazione nazionale di sabato 9 febbraio #FuturoalLavoro.
Arriveranno da tutta Italia: in pullman, in treno, in auto. Percorreranno le strade del Paese da nord e da sud per partecipare al corteo che si ritroverà a Roma in piazza della Repubblica per sfilare poi in direzione piazza San Giovanni in Laterano, dove per le ore 12 è previsto il comizio conclusivo. Lavoro e sviluppo, fisco, federalismo, pensioni, povertà, sanità, istruzione e conoscenza, pubblica amministrazione: le proposte sono chiare da tempo, ma il governo non sembra ascoltarle. E allora manifestazione #FuturoalLavoro sarà l’occasione per ribadirle. Una manifestazione non «contro», ma «per». Per sostenere le proposte unitarie contenute nella piattaforma consegnata da tempo al governo. Perché intervenire per i lavoratori, i pensionati, io giovani, lo sviluppo e la crescita significa offrire un futuro al Paese.
«Scenderemo in piazza uniti, da tutta Italia, perché la legge di bilancio non contiene leve per la crescita e lo sviluppo, taglia investimenti per i territori, per l’industria, per la formazione, blocca i cantieri – dicono i segretari generali del Lazio – Michele Azzola, Paolo Terrinoni e Alberto Civica – Perché una manovra finanziaria così strutturata trascina il Paese allo sbaraglio. Perché una manovra che crea nuove tensioni sociali, che penalizza i pensionati bloccando il sistema delle perequazioni e vara un sistema fiscale profondamente iniquo, non fa bene al Paese. Chiediamo al Governo di aprire un tavolo con le parti sociali per individuare le migliori soluzioni per risolvere i problemi del Paese. Insomma, un’altra manovra è possibile».
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