Le biblioteche del Lazio semivuote

Gen 24, 2019

La regione si colloca al secondo posto per numero di biblioteche e persone che le frequentano. Parola di Istat
di Lele Pajetta

Biblioteche, la regione Lazio è seconda a livello nazionale. Sono di più in Lombardia. Da Viterbo a Frosinone, passando per Roma, Latina e Rieti, il numero dei luoghi deputati alla lettura pubblica sono in tutto 1321, il 9,5 per cento rispetto al resto d’Italia. In Lombardia 2196 (15,8%). Terzo posto per il Piemonte, con 1187 biblioteche (8,5%). I dati sono dell’Istat, Statistiche culturali, pubblicato di recente.

La parola biblioteca viene dal greco. Si tratta di un termine composto da βιβλίον (biblíon, libro, opera) e θήκη (théke, scrigno, ripostiglio). Un luogo dove si conserva la memoria, per trasmetterla al futuro. Un senso che si sta mano mano perdendo con l’avvento di internet. La memoria diventa sempre più un fatto astratto senza più connotati reali come possono essere quelli di un libro o di un manoscritto. Memoria che può essere cancellata, quindi perdersi. Come rischiavano di farlo i testi classici, ricopiati invece – almeno quelli decisivi per la ricostruzione del pensiero occidentale dopo la caduta dell’impero romano – dai monaci nel corso del medioevo. Βίβλος era il nome dato alla corteccia interna del papiro (βύβλος, býblos), diventando poi sinonimo non solo di libro scritto, ma anche di opera letteraria. Il termine biblioteca, intesa come deposito di libri, è testimoniato già nelle città stato del vicino oriente antico. A partire dal terzo millennio avanti Cristo. Per tornare invece alle biblioteche del Lazio, le opere consultate in regione nel 2017 sono state circa 408 mila. Oltre 42 mila i prestiti ai privati. I volumi manoscritti conservati nelle istituzioni bibliotecarie regionali sono in tutto 28.521. Un patrimonio importantissimo, considerando la rilevanza storica di una regione che ha come capoluogo Roma. Le opere stampate superano invece i 7 milioni.

Più di 2 milioni gli opuscoli e 23 mila i periodici. I lettori però non sono tanti. Men che meno il personale a disposizione. Per quanto riguarda i primi, parliamo di 339 mila persone in tutto, di cui 25 mila sono stranieri. Niente, in confronto a una regione dove vivono 10 milioni di abitanti e ogni anno è attraversata da decine di milioni di turisti. Ventitré milioni se si considerano i turisti che lo scorso anno hanno visitato i beni gestiti direttamente dal Mibact. Infine il personale. Quattrocentoventi dipendenti in tutto. Con i bibliotecari, quelli che lo fanno per mestiere, sotto le 100 unità. Novantotto. Per essere precisi

 

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