Roma, Capitale di povertà e diseguaglianze

Gen 15, 2019

La Caritas scatta la foto drammatica di una Capitale che ormai vive di stenti
di Nico Luzzaro

Aumentano povertà e disuguaglianze nella Capitale. Sono 16 mila le imprese fallite negli ultimi cinque anni, in crescita le famiglie con un solo occupato e disoccupato un quarto dei giovani romani tra i 18 e i 29 anni. Questi alcuni dati del rapporto 2018 «La povertà a Roma: un punto di vista», realizzato dalla Caritas di Roma e presentato stamattina.

A Roma – si legge nel Rapporto – sono quasi 100 mila le famiglie senza occupati, il 25% dei giovani tra i 18 e 29 anni risulta disoccupato, il 52% dei giovani tra i 25 e i 39 anni ha un contratto a termine o di collaborazione. Sono 125 mila i nuclei familiari con figli minori che hanno un reddito lordo di 25 mila euro l’anno, con punte nel V (12.162), nel VI (16.729) e nel X Municipio (11.367), mentre i Neet sono aumentati negli ultimi 10 anni del 68% (in tutto 134.556). Dal documento viene fuori una città caratterizzata da profonde disuguaglianze sia per fascia d’età, sia per sesso, che  per municipio di appartenenza. Il reddito individuale imponibile medio va dai 40.530 euro del II Municipio ai 17.053 euro del VI Municipio. Solo l’1,8 per cento denuncia un reddito di oltre 100 mila euro l’anno, mentre il 51,3%, un romano su due, possiede un reddito fino a 15mila euro. In ogni municipio si registrano circa 10 mila persone over 65 che non raggiungono il reddito di 11 mila euro, per un totale complessivo di 146.941 abitanti. Una Capitale che vive di stenti. Aumenta infatti anche il disagio delle famiglie cosiddette normali, con l’aumento del 47,8% in dieci anni di quelle con un solo occupato e circa 93 mila famiglie senza occupati. Dalle informazioni provenienti dai centri d’ascolto della Caritas, emerge poi un altro dato allarmante: l’esclusione sociale è ereditaria. Ovvero i poveri più giovani spesso sono figli di famiglia travolte da posizioni debitorie, relative a canoni di locazione non pagati o bollette saldate in modo discontinuo.

«E’ come se oggi vivessimo la povertà con la paura di essere contagiati – ha dichiarato il presidente di Caritas Roma don Benoni Ambarus – Sono tre i punti per cui siamo qui: per mettere a fuoco la realtà e avere uno sguardo di insieme, per far sentire il grido del povero, perché il disagio spesso rende cattivi e rancorosi. Ma questa città deve restare unita perché non si potrà mai combattere la povertà se non troviamo le sue radici e se non proviamo ad eliminarle. Se una parte della società inizia a puntare il dito contro un’altra le conseguenze di una guerra tra poveri le pagheremo tutti – avverte il presidente della Caritas – La povertà si deve combattere, i poveri devono essere aiutati, non il contrario. Essere poveri non è una colpa, è un dramma umano».

 

 

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