Tre lavoratori licenziati. A rischio un’altra ventina. Alla Asm di Rieti, la municipalizzata del capoluogo reatino, gli effetti del decreto dignità cominciano a farsi sentire. Il nuovo anno inizia con una donna – da anni impiegata nel settore delle farmacie – e due uomini – dislocati nel settore igiene e salute – senza più un lavoro. Precari da anni, che secondo le intenzioni del governo avrebbero potuto trovare una stabilizzazione, ma che invece l’azienda reatina ha deciso di mandare a casa. Donne e uomini che andranno ad aumentare le fila dei disoccupati in un territorio che ne conta già tanti, troppi, e che non a caso da tempo rientra tra le aree di crisi industriali complesse.
La denuncia è partita proprio dal sindacato di via Matteucci. «Alla Asm manca la trasparenza – dice Paolucci – le organizzazioni sindacali non vengono ascoltate. Molte cose sfuggono alla nostra comprens ione, come il licenziamento dei lavoratori, come la mancata dotazione di divise di lavoro, come i mezzi obsoleti e sempre meno sicuri per gli operatori, come le assunzioni senza una normale procedura e senza comunicazione ai sindacati. Ci sono poi le vessazioni ai dipendenti, alcune delle quali già note sia in Procura che all’ispettorato del lavoro. Nonostante questo panorama, nell’azienda ci sono aumenti di livello e di indennità che producono costi a quattro zeri».
Un contrasto che il sindacato evidenzia senza indugi. «Ci chiediamo – aggiunge la Uil – se sia questo il modo corretto di procedere, se sia giusto governare la municipalizzata in questo modo, soprattutto in tempi di bilanci in rosso. Sarebbe forse stato più sensato aspettare tempi migliori per procedere agli aumenti di livello e delle indennità». E magari evitare quei licenziamenti, investendo sulla stabilizzazione dei precari. «L’azienda non ci ascolta e procede a testa bassa – spiega Paolucci – si nasconde dietro la necessità di risparmiare, ma poi elargisce livelli e indennità di varia natura, oppure si nasconde dietro il decreto dignità, che però viene applicato a nostro avviso in modo discrezionale. Chiediamo al Comune di attivarsi e scongiurare i licenziamenti».
Ma la municipalizzata fa sapere che non può assumere. Punto e basta. Chi ha perso il lavoro sarà sostituito da altri lavoratori interinali. Secondo la legge voluta dal ministro del Lavoro Di Maio, i contratti a termine possono essere stipulati per un massimo di dodici mesi, con la possibilità di prorogare per altri dodici ma con una causale. In questo momento i datori evitano di utilizzare le causali, perché possono essere impugnate davanti al giudice del lavoro e quindi preferiscono non prorogare. E così la prospettiva di bloccare il precariato in realtà si sta trasformando in turn over tra precari che nelle migliori delle ipotesi possono alternarsi nel mondo del lavoro ogni ventiquattro mesi.
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