«Col Decreto dignità a spasso 53mila lavoratori»

Dic 7, 2018

Cresce il timore che la prospettiva di bloccare il precariato si trasformi in turn over tra precari ogni ventiquattro mesi
di Al. Van.

decreto dignitàAl momento sono stime prudenziali. Quindi la realtà potrebbe riservare sorprese anche peggiori. Oppure no. Chissà. Sta di fatto che la realtà è dietro l’angolo. E a inizio anno le valutazioni lasceranno il posto ai dati reali. Al momento però le valutazioni spaventano migliaia di lavoratori precari. Approssimativamente sembrano 53mila le persone che a partire a partire dal primo gennaio 2019 non potranno essere riavviate al lavoro perché raggiungeranno i ventiquattro mesi di limite massimo per un impiego a tempo determinato, secondo quanto previsto da una circolare del ministero (17 del 31 ottobre 2018) che ha retrodatato a prima dell’entrata in vigore della legge di conversione del decreto dignità il termine da considerare per questi lavoratori assunti dalle agenzie. «Si tratta di una stima prudenziale, approssimata per difetto – ha spiegato Assolavoro, l’associazione nazionale delle agenzie per il lavoro – con una proiezione sull’intero settore dei dati rilevati dagli operatori associati, circa l’85 per cento del mercato».

Anche Federmeccanica –  l’associazione delle imprese industriali del settore metalmeccanico – che nei giorni scorsi ha illustrato i dati dell’indagine congiunturale sull’industria, ha fatto sapere che «il 30 per cento delle imprese del settore non rinnoverà, alla data di scadenza, i contratti a tempo determinato in essere». Il rischio che il decreto dignità produca effetti differenti rispetto alle aspettative del governo gialloverde si sta facendo strada. E che la prospettiva di bloccare il precariato in realtà si trasformi nella migliore delle ipotesi in turn over tra precari che si alterneranno nel mondo del lavoro ogni ventiquattro mesi.

 

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