Aria, acqua, mobilità, verde e rifiuti. Metà classifica per Viterbo. Se non addirittura peggio. La città dei Papi brilla solo per produzione di rifiuti urbani pro capite. Quarta posizione a livello nazionale, tra i comuni virtuosi. Con 397 chili per abitante, ogni anno. Per il resto c’è poco da gioire. Di sicuro il capoluogo della Tuscia non è tra le città più verdi d’Italia.
La città più verde d’Italia è invece Mantova, che si conferma per il secondo anno consecutivo. In coda il meridione con la Sicilia che vive una situazione di maggior sofferenza rispetto alle altre città del sud. È quanto viene fuori analizzando il 25esimo rapporto Ecosistema urbano di Legambiente e Ambiente italia. Il dossier si basa su 17 parametri raggruppati in 5 macroaree (aria, acqua, rifiuti, trasporti, ambiente, energia). “A fronte di un ipotetico punteggio di 100 che spetterebbe a un capoluogo in grado di rispettare tutti i limiti di legge e di garantire una buona qualità ambientale per ognuno degli indicatori considerati – spiega il Sole 24 Ore che ha pubblicato il rapporto – è possibile scoprire in maniera interattiva il podio dei più virtuosi, la top 20”.
La città di Viterbo è 60sima su 104 contesti urbani presi in considerazione per la qualità dell’ecosistema urbano e 52sima per concentrazione di biossido di azoto. Sul fronte acqua, 89sima posizione per la capacità di depurazione dell’acqua e 23sima per utilizzo del trasporto pubblico, in tal caso su 45 piccole città prese in considerazione. In pole position invece per quanto riguarda il tasso di motorizzazione. Viterbo è 99sima con 73 macchine ogni cento abitanti. Cinquantacinquesimo posto per l’incidentalità stradale. Nel 2017 sulle strade viterbesi ci sono stati più di 5 morti ogni mille abitanti.
La situazione peggiora se si vanno poi a guardare i dati sull’uso efficiente del suolo, quint’ultima posizione a livello nazionale, la presenza di piste ciclabili (90sima), il solare termico e il fotovoltaico sugli edifici pubblici (85sima) e la raccolta differenziata (52sima). Non disponibili, infine, almeno per Legambiente e il Sole 24 ore, i dati su consumi idrici domestici e dispersione della rete, isole pedonali e verde urbano. Per questi tre fondamentali aspetti si deve ancora aspettare. Magari il prossimo anno.
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