Partire svantaggiati. Disparità educativa tra i bambini dei paesi ricchi

Ott 30, 2018

La Report Card 15 del Centro di Ricerca Innocenti dell’Unicef. Su 38 paesi, l’Italia è tredicesima per livello di uguaglianza nella scuola secondaria
di Giancarlo Narosi

partire svantaggiatiPartire svantaggiati. Vivere in un paese ricco non garantisce un accesso equo a un’istruzione di qualità. Lo sostiene la nuova Report Card 15 del Centro di ricerca innocenti dell’Unicef.  Mentre Lituania, Islanda e Francia hanno i tassi di iscrizione prescolare più alti tra i paesi inclusi nello studio, Turchia, Stati Uniti e Romania hanno i tassi più bassi. Olanda, Lituania e Finlandia sono i più equi per quanto riguarda i risultati di lettura nella scuola primaria, mentre Malta, Israele e Nuova Zelanda presentano in questo ambito le maggiori disuguaglianze.

Lituania, Irlanda e Spagna sono i più equi per quanto riguarda la capacità di lettura dei 15enni, mentre Malta, Bulgaria e Israele presentano le maggiori disuguaglianze. Secondo quanto emerge dal rapporto, i bambini dei paesi meno ricchi spesso hanno rendimenti scolastici migliori nonostante minori risorse nazionali. «Partire svantaggiati: La disuguaglianza educativa tra i bambini dei paesi ricchi» classifica 41 paesi membri dell’Unione Europea e dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse) in base alla portata delle disuguaglianze a scuola a livello prescolare, primario e secondario. «Su 38 paesi ricchi l’Italia è tredicesima per più alto livello di uguaglianza nella scuola secondaria – ha detto Francesco Samengo, Presidente dell’Unicef Italia – E’ quindicesima su 41 per tasso di accesso all’istruzione prescolastica e al sesto posto su 29 per migliori capacità di lettura nella scuola primaria. “In questo settore vorrei sottolineare l’impegno sottoscritto, pochi giorni fa, da Unicef Italia attraverso un Protocollo d’intesa insieme al Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca per promuovere azioni sinergiche e per diffondere la cultura dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza nelle scuole».

Dai dati del rapporto si evince che i paesi presentano differenti gradi di diseguaglianza educativa rispetto ai diversi stadi di istruzione: in una classifica divisa in tre fasce, Irlanda e Slovenia si trovano nella parte inferiore (elevata disuguaglianza) per quanto riguarda il tasso di iscrizione alla scuola materna, per poi passare alla seconda delle tre fasce per la scuola primaria e alla fascia superiore (bassa disuguaglianza) per la scuola secondaria. La Francia presenta uno dei tassi più alti di iscrizione alla scuola materna, ma arriva all’ultima fascia per la scuola secondaria. I Paesi Bassi passano dall’essere il paese con maggiore uguaglianza in termini di capacità di lettura nella scuola primaria alla 26esima posizione (su 38 paesi) quando i bambini raggiungo l’età di 15 anni. Lituania, Irlanda e Spagna sono i paesi equi nell’istruzione alla fine dell’obbligo scolastico.

Il documento utilizza gli ultimi dati disponibili per esaminare il legame tra i risultati conseguiti dai bambini e dai ragazzi e fattori quali livello occupazionale dei genitori, background migratorio, genere e anche caratteristiche della scuola. Povertà. In 16 dei 29 paesi europei per i quali i dati sono disponibili, i bambini appartenenti al quinto più povero dei nuclei familiari hanno un tasso di frequenza prescolastica più basso rispetto ai bambini del quinto più ricco. Questo divario persiste per tutto il percorso scolastico del bambino. I ragazzi di 15 anni che vanno bene a scuola, i cui genitori svolgono un lavoro qualificato, hanno molte più probabilità di proseguire gli studi superiori rispetto a quelli con genitori che svolgono lavori poco qualificati. Immigrazione. In 21 dei 25 paesi con livelli significativi di immigrazione, i quindicenni immigrati di prima generazione tendono ad avere risultati inferiori a scuola rispetto ai non immigrati. In 15 paesi, anche i bambini immigrati di seconda generazione tendono a conseguire risultati inferiori a scuola rispetto ai bambini non immigrati. In Australia e in Canada, i bambini immigrati di seconda generazione hanno risultati migliori rispetto ai bambini non immigrati. Queste differenze rispecchiano i diversi modelli migratori nei vari paesi. Divario di genere.  In tutti i paesi, le ragazze conseguono migliori risultati nei test sulla lettura rispetto ai ragazzi. Questi divari tendono ad ampliarsi quando i bambini e le bambine crescono. Ci sono ampie differenza anche tra i paesi. All’età di 15 anni, In Irlanda le ragazze hanno una capacità di rendimento nella lettura superiore del 2 per cento rispetto ai ragazzi, in Bulgaria questo divario supera l’11 per cento.

Il rapporto suggerisce che garantire a tutti i bambini un’equa opportunità di inizio è fondamentale per raggiungere uguaglianza e sostenibilità e che tutti i problemi non sono inevitabili ma possono essere superati attraverso politiche adeguate. La Report Card del Centro di Ricerca Innocenti dell’Unicef identifica le seguenti raccomandazioni per ridurre le disuguaglianze nell’istruzione dei bambini: Garantire istruzione e cure di alta qualità nella prima infanzia a tutti i bambini. Assicurare che tutti i bambini raggiungano un livello minimo adeguato di competenza di base. Ridurre l’impatto delle disuguaglianze socio economiche. Colmare i divari di genere nel raggiungimento degli obiettivi. Produrre dati di alta qualità, comparabili e transnazionali che includano studi longitudinali per colmare le lacune. Attenzione al dato sul divario dell’uguaglianza e non solo al dato statistico della media.

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