Studi a singhiozzo nella Capitale. A Roma uno studente su quattro abbandona ogni anno gli studi. Questo quanto emerge da un’indagine condotta dall’Università Popolare Stefano Benemeglio delle discipline Analogiche che, tenendo conto sia dei corsi di studio universitari sia di quelli di formazione terziaria professionalizzante, ha sommato il numero degli studenti che interrompono gli studi a quelli che nell’arco dell’anno non sostengono neanche un esame, ottenendo così una percentuale degli studenti irregolari. Prendendo in esame i corsi universitari e quelli parauniversitari, a livello capitolino il tasso di abbandono medio annuo risulta essere del 25%. Fanno peggio solo gli studenti di Bergamo il cui tasso di irregolarità negli studi sfiora il 45%, Camerino (38%) Viterbo (34%), Pisa (30%) e Palermo (27%).
Agli antipodi si colloca invece Bari, che occupa il primo posto in classifica per la tenacia dei suoi studenti, con un tasso di abbandono di appena il 12%. Anche Verona e Milano risultano tra le città più virtuose grazie a un tasso di abbandono inferiore in entrambi i casi al 16%.
“L’elevatissimo tasso di abbandono degli studi evidenzia carenze motivazionali le cui cause possono essere diverse: desiderio di lavorare, disinteresse per le materie insegnate, difficoltà negli studi, insicurezza o perfino disagi emotivi”, ha commentato Stefano Benemeglio, direttore scientifico dell’Università Popolare delle Discipline Analogiche. “Inoltre – proseguono dall’Università – se il calcolo venisse fatto sul numero di studenti che non riesce ad acquisire i crediti formativi nei tempi previsti dal piano di studi, il tasso degli irregolari aumenterebbe quasi del doppio rispetto ai dati elaborati”.
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