Alternanza scuola lavoro a Frosinone

Ott 16, 2018

Chiara accoglie e indirizza le persone al Caf, al Patronato e alle diverse categorie del sindacato. Vive un’esperienza sindacale completa osservandola e agendo dall’interno
di Silvia Morini

alternanza scuola lavoroAlternanza scuola lavoro. La Uil di Frosinone mette in pratica uno dei progetti di questi ultimi tempi in campo di innovazione e di collegamento effettivo tra il mondo della scuola e quello del lavoro. Alternare scuola e lavoro è una modalità didattica innovativa, che attraverso l’esperienza pratica aiuta a consolidare le conoscenze acquisite a scuola e testare sul campo le attitudini di studentesse e studenti, ad arricchirne la formazione e a orientarne il percorso di studio e, in futuro di lavoro, grazie a progetti in linea con il loro piano di studi.

La studentessa Chiara Padrone, attualmente protagonista del progetto, lavora con un modello di 160 ore, il Modello A, di 8 ore quotidiane, dal lunedì al venerdì. Questo prevede l’osservazione della attività svolte in un sindacato; il vivere il sindacato come luogo di partecipazione; la realizzazione dell’accoglienza; l’agire nel sociale. Chiara Padrone, 18 anni e frequentante l’ultimo anno dell’Ipsseoa (Istituto Professionale Statale Servizi Enogastronomici ed Ospitalità Alberghiera), si occupa dunque di accogliere e indirizzare le persone al Caf, al Patronato o alle diverse categorie. Vive un’esperienza sindacale completa osservandola e agendo all’interno di essa.

Esperienze simili sono possibili dal dicembre 2017, quando è stata sottoscritta l’intesa quadro nazionale tra il Ministero della Pubblica Istruzione e la Uil per un progetto di alternanza etica scuola lavoro con l’obiettivo di offrire ai giovani strumenti e opportunità, diffondendo nella scuola la cultura del lavoro. Un progetto che vuole fornire ai giovani, oltre alle conoscenze di base, quelle competenze necessarie a inserirsi nel mercato del lavoro, alternando le ore di studio a ore di formazione in aula e ore trascorse all’interno dei vari enti lavorativi, per garantire loro esperienza sul campo e superare il gap formativo tra mondo del lavoro e mondo accademico in termini di competenze e preparazione: uno scollamento che spesso ha caratterizzato il sistema italiano e rende difficile l’inserimento lavorativo una volta terminati gli studi.

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