Disoccupazione giù ad Agosto. E i giovani?

Ott 1, 2018

Circa mezzo milione di disoccupati in meno rispetto al 2017. Ma crescono i contratti a termine. E aumentano gli inattivi tra i 15 e 64 anni
di Alfonso Vannaroni

disoccupazione agostoIl tasso di disoccupazione scende sotto il 10 per cento, al 9,7 per la precisione. Per trovare un risultato così bisogna tornare indietro di sei anni. Nel rapporto mensile dell’Istat, agosto ha quindi registrato una diminuzione di persone in cerca di lavoro pari a 119mila unità, che raggiungono le 438mila se si prende come riferimento l’agosto del 2017.  L’istituto nazionale di statistica certifica che il tasso di occupazione raggiunge il 59 per cento. «Il calo della disoccupazione – spiega l’Istat – si distribuisce su entrambe le componenti di genere e tutte le classi di età. E il tasso di disoccupazione scende così al 9,7 per cento».

Ma il 31 per cento dei giovani resta ancora senza occupazione. E qui c’è ancora molto da fare, perché l’Italia si conferma al terzo posto per il tasso più alto in Europa. I Paesi con il minor numero di giovani disoccupati sono Germania (6,3 per cento), Repubblica ceca (6,3) e Olanda (7,7). In agosto sono cresciuti anche gli inattivi tra i 15 e i 64 anni (più 46 mila unità) pari a 34,5 punti percentuali.

Nonostante ciò, lo scorso trimestre giugno agosto, registra una lieve crescita degli occupati «rispetto al trimestre precedente (più 0,2 per cento, pari a più 54 mila) – spiega l’Istat –  L’aumento interessa entrambe le componenti di genere e le persone maggiori di 35 anni, concentrandosi principalmente tra gli ultracinquantenni. Nel trimestre crescono in misura intensa i lavoratori a termine (+3,5 per cento, 105mila in più), mentre calano sia i dipendenti permanenti (44 mila in meno) sia gli indipendenti (meno 7 mila) e gli inattivi raggiungono le 57mila unità».

«Su base annua – conclude l’Istituto – ad agosto l’occupazione cresce dell’1,4 per cento, pari a più 312 mila unità. L’espansione interessa uomini e donne e si concentra fortemente tra i lavoratori a termine (più 351 mila), in lieve ripresa anche gli indipendenti (più 11 mila), mentre calano i dipendenti permanenti (meno 49 mila). Nell’anno, aumentano gli occupati ultracinquantenni (più 393 mila). Al netto della componente demografica si stima comunque un segno positivo per l’occupazione in tutte le classi di età».

Al di là delle rivendicazioni politiche di parte sugli effetti più o meno positivi del job acts, restano due emergenze che nessuna classe politica può ignorare: la disoccupazione giovanile e gli inattivi, coloro che sono talmente scoraggiati da aver smesso di cercare un lavoro.

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