E’ passato un po’ sotto silenzio il disegno di legge Pillon “in materia di affido condiviso, mantenimento diretto e garanzia di bigenitorialità” che inizia in questi giorni il proprio iter parlamentare. Eppure coinvolgerà migliaia di famiglie e soprattutto migliaia di bambini del nostro Paese. Minori a cui, se diverrà legge, verrà completamente stravolta la vita. Prevedere infatti due residenze e l’obbligo di soggiornare 15 giorni con mamma e 15 con papà, non rappresenta un aiuto alla bigenitorialità come riportato nel testo del disegno, ma un massacro per il minore, le sue abitudini, la vita quotidiana. A quale scuola andrà? E se i due genitori vivono a chilometri di distanza? Quali amici frequenterà? Spostare un minore come un pacco postale non lo tutela sicuramente. Tutto questo per evitare l’assegno di mantenimento attualmente versato per i figli. Il mancato assegno impedirà anche il mantenimento del precedente tenore di vita del figlio e creerà ulteriori disparità visto che le donne in genere si ritrovano in una posizione tutt’altro che paritaria con l’ex coniuge.
E il testo prosegue con una serie di divieti e obblighi arrivando persino a prevedere il collocamento in una struttura per il minore in caso di mancato rispetto della bigenitorialità. E quindi a farne le spese sarà ancora una volta il figlio, che sarà sradicato dal suo ambiente, se i genitori non troveranno un accordo. Accordi che dovranno essere coadiuvati dalla frequentazione obbligatoria di un mediatore famigliare a spese delle parti. Ma, come insegnano gli stessi specialisti, la mediazione deve essere volontaria perché possa avere senso e un probabile risultato. Un obbligo peraltro impensabile ad esempio nei casi di padri-mariti violenti.
Violenza su cui il testo non prevede alcuna specifica. Col prevedibile risultato di favorire un ulteriore incremento: le mancate tutele verso il minore spingeranno le donne a sopportare ancora di più e a procrastinare ulteriormente i tempi di un’eventuale separazione dal coniuge violento. Inoltre, nel disegno di legge si parla di mamma e papà, escludendo quindi le famiglie arcobaleno, in barba ai diritti civili sui quali l’Italia resta fanalino di coda d’Europa, soprattutto per la tutela dei figli delle coppie famiglie rainbow. Chi si è cercato di tutelare dunque? Forse si cerca di rendere più impervia la strada della separazione prima e del divorzio poi, nel nome di una famiglia tradizionale che va tutelata sempre e comunque?
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