Ogni tanto una buona notizia. Nella Capitale del degrado, dell’amianto e della negligenza, spunta una chicca di cultura e innovazione: Palazzo Merulana, un edificio completamente ristrutturato e adibito a luogo di arte di cultura. Un luogo che in soli due mesi di apertura ha registrato oltre nove mila presenze. Un successo dovuto anche alla splendida sede in via Merulana, a pochi passi da piazza Vittorio, che durante il fascismo ospitava l’Ufficio di Igiene rimasto poi per decenni abbandonato nel degrado. Negli anni Sessanta si pensò addirittura di abbatterlo, ma la soprintendenza bloccò tutto riconoscendone il valore storico e architettonico. I Cerasi, famiglia di costruttori romani, hanno pensato nel 2002 di farlo rinascere aggiudicandosi la gara per un project financing e nel 2015 hanno avuto il via libera per la ristrutturazione. Il risultato sono quattro piani dove il bianco regna tra stucchi e marmi, 1800 metri quadrati per le esposizioni, una terrazza di 260 metri quadri per eventi e serate. Il palazzo di proprietà comunale è stato concesso per 88 anni alla Fondazione che ha scelto CoopCulture per la gestione.
Il fulcro della raccolta è al secondo piano, dove scorrono capolavori di Balla, Depero, Donghi, De Chirico, Casorati, Capogrossi, Cambellotti, Severini, Martini, Sironi, Mafai, Campigli, Funi, Pirandello. Nella prima sala, spicca non a caso i “Piccoli saltimbanchi”, del 1958, di Antonio Donghi, da cui pare sia nata l’idea della fondazione. Positivo anche l’aspetto economico: il biglietto costa attualmente quattro euro, dal 3 settembre passerà a cinque. Poi c’è la card annuale che, con 20 euro (15 per gli under 26), assicura ingressi a piacere, sconti al bookshop, per molti eventi, e al CafèCulture al piano terra dove sono esposte sculture di vari autori e l’entrata è libera. Il programma di questo mese prevede serate di arte, letteratura e cibo. Per la ripresa si sta pensando di riservare uno degli appuntamenti espositivi a Giorgio De Chirico, di cui a Palazzo Merulana sono in mostra quattro dei sette “Bagni misteriosi”.
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