«I Ministri dell’Interno Salvini e del Lavoro Di Maio devono trovare una soluzione al problema del rinnovo del porto d’armi delle guardie giurate, un problema creato da scelte poco accorte da burocrati dell’amministrazione della Pubblica Sicurezza. Esclusi di fatto i singoli medici della Polizia e Militari dal rilascio dei certificati e affidato ogni onere alle strutture pubbliche delle Asl e degli Ospedali militari, è stato creato un collo d’imbuto che rallenta e rende costosissima la procedura. Le guardie giurate chiedono un trattamento almeno pari a quello dei poliziotti e carabinieri, che non risulta siano vessati con così approfonditi controlli biennali. Le guardie giurate, invece, devono sborsare per questi esami tra i 250 e gli oltre 400 euro, in un quadro di mancanza di certezze e discrezionalità assoluta dei medici delle Asl». A parlare è Vincenzo del Vicario, segretario nazionale del Savip, sindacato autonomo di vigilanza privata.
«Tutto ciò – spiega Del Vicario – comporta non solo imprevedibilità dei tempi per il rinnovo del porto d’armi, ma anche, come avvenuto in taluni casi, la sospensione del rapporto di lavoro (e dallo stipendio) di chi, senza alcuna colpa, non riesce a ottenere le certificazioni mediche in tempo utile. Mentre censuriamo scelte ministeriali compiute da chi non conosce la realtà territoriale, chiediamo che siano sospese queste nuove disposizioni fino a quanto lo Stato non si sarà organizzato per dare una risposta efficace e per applicarla non solo ai vigilantes ma a tutte le professioni per le quali sia richiesta l’uso delle armi».
Nei prossimi giorni, Il 27 luglio, ci sarà un incontro sul tema con il viceministro dell’Interi, Stefano Candiani e la senatrice Anna Cinzia Bonfrisco, a palazzo Beni spagnoli di piazza San Luigi de’ Francesi, dopo la conclusione del sit-it che è già stato organizzato davanti alla prefettura quella stessa mattina.
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