Erano state trentasei nei primi sei mesi del 2017. Oggi sono quaranta. Quattro casi in più. I numeri della sezione Open data dell’Inail – riferiti alle denunce di infortunio con esito mortale e di malattia professionale del primo semestre 2018 – pongono il Lazio al quinto posto tra le regioni italiane col maggior numero di segnalazioni. Primo posto spetta alla Lombardia (69 denunce), segue il Veneto (59), L’Emilia Romagna (53) e poi il Piemonte (42). Nella nostra regione aumentano anche le malattie professionali, che passano da 2087 (nei primi sei mesi del 2017) a 2173 del 2018.
Un quadro non certo rassicurante – nascosto tra i dati nazionali – che segnano un lieve decremento di casi mortali sul lavoro: in questi primi sei mesi nel Paese le denunce sono state 469, quattro in meno rispetto alle 473 dell’analogo periodo del 2017 (-0,8 per cento). I dati rilevati al 30 giugno hanno evidenzi ato una diminuzione dei casi avvenuti in occasione di lavoro, passati da 337 a 331, mentre quelli occorsi in itinere, ovvero nel tragitto di andata e ritorno tra l’abitazione e il posto di lavoro, sono aumentati di due unità (da 136 a 138).
L’analisi dei territori elaborata dall’Istituto evidenzia un incremento di sette casi mortali nel nord ovest, di 12 nel nord est e di due al centro. Diminuzioni invece al sud (con 9 decessi in meno) e nelle Isole (meno 16 casi). A livello regionale – oltre i 16 casi in più del Veneto (da 43 a 59) – spicca il dato della Calabria, che balza da 5 a 17 casi. Diminuzioni significative in Abruzzo (da 28 a 7), in Sicilia (da 42 a 25) e in Puglia (da 29 a 15). Il decremento rilevato nel confronto tra i primi sei mesi del 2017 e del 2018 è legato alla componente maschile, i cui casi mortali sono stati nove in meno (da 427 a 418), mentre quella femminile ha fatto segnare cinque casi in più (da 46 a 51). Comunque la diminuzione ha interessato solo le denunce dei lavoratori italiani (da 406 a 391), mentre quelle dei lavoratori stranieri sono aumentate di 11 unità (da 67 a 78). Un decesso su due ha coinvolto lavoratori di età compresa tra i 50 e i 64 anni, per i quali si è registrato un incremento tra i due periodi di 31 casi (da 203 a 234). In diminuzione invece le denunce che hanno riguardano gli under 34 (da 76 a 71), i lavoratori tra i 35 e i 49 anni (da 159 a 132) e gli over 65 (da 35 a 32).
Nel semestre appena concluso sono tornate a salire le malattie professionali. Al 30 giugno l’incremento si attesta al più 2,5 per cento (pari a 789 casi in più rispetto allo stesso periodo del 2017, da 31.432 a 32.221). L’aumento ha interessato tutti i comparti: nell’Industria e servizi le denunce sono aumentate dell’1,3 per cento (da 24.840 a 25.161), in Agricoltura del 7,0 per cento (da 6.241 a 6.675). Con la nostra regione che fa segnare un più 4,12 per cento rispetto allo scorso anno.
Ringrazio Alfonso Vamnaroni e Nuovi Giorni per l’attenta e scrupolosa analisi dei decessi e infortuni in ambito lavorativo. Spaventano le cifre che si riferiscono solo ai primi sei mesi di quest’anno. Anche un solo caso, pur essendo inamissibile, potrebbe essere attribuito a una fatalita, ‘ ma piu di quattrocentocinquanta !!!! Mi auguro che la lettura di queste righe susciti una reazione cosi’ della societa’ “civile” nella quale viviamo da portare a cifra zero questi dati drammatici