Morti sul lavoro. Aumentano le denunce nel Lazio

Lug 24, 2018

Semestri a confronto. L'Inail: quest'anno quattro casi in più rispetto al 2017. Crescono anche le malattie professionali
di Alfonso Vannaroni

morti sul lavoroErano state trentasei nei primi sei mesi del 2017. Oggi sono quaranta. Quattro casi in più. I numeri della sezione Open data dell’Inail – riferiti alle denunce di infortunio con esito mortale e di malattia professionale del primo semestre 2018 – pongono il Lazio al quinto posto tra le regioni italiane col maggior numero di segnalazioni. Primo posto spetta alla Lombardia (69 denunce), segue il Veneto (59), L’Emilia Romagna (53) e poi il Piemonte (42). Nella nostra regione aumentano anche le malattie professionali, che passano da 2087 (nei primi sei mesi del 2017) a 2173 del 2018.

Un quadro non certo rassicurante nascosto tra i dati nazionali – che segnano un lieve decremento di casi mortali sul lavoro: in questi primi sei mesi nel Paese le denunce sono state 469, quattro in meno rispetto alle 473 dell’analogo periodo del 2017 (-0,8 per cento). I dati rilevati al 30 giugno hanno evidenzi ato una diminuzione dei casi avvenuti in occasione di lavoro, passati da 337 a 331, mentre quelli occorsi in itinere, ovvero nel tragitto di andata e ritorno tra l’abitazione e il posto di lavoro, sono aumentati di due unità (da 136 a 138).

L’analisi dei territori elaborata dall’Istituto evidenzia un incremento di sette casi mortali nel nord ovest, di 12 nel nord est e di due al centro. Diminuzioni invece al sud (con 9 decessi in meno) e nelle Isole (meno 16 casi). A livello regionale – oltre i 16 casi in più del Veneto (da 43 a 59) – spicca il dato della Calabria, che balza da 5 a 17 casi. Diminuzioni significative in Abruzzo (da 28 a 7), in Sicilia (da 42 a 25) e in Puglia (da 29 a 15). Il decremento rilevato nel confronto tra i primi sei mesi del 2017 e del 2018 è legato alla componente maschile, i cui casi mortali sono stati nove in meno (da 427 a 418), mentre quella femminile ha fatto segnare cinque casi in più (da 46 a 51). Comunque la diminuzione ha interessato solo le denunce dei lavoratori italiani (da 406 a 391), mentre quelle dei lavoratori stranieri sono aumentate di 11 unità (da 67 a 78). Un decesso su due ha coinvolto lavoratori di età compresa tra i 50 e i 64 anni, per i quali si è registrato un incremento tra i due periodi di 31 casi (da 203 a 234). In diminuzione invece le denunce che hanno riguardano gli under 34 (da 76 a 71), i lavoratori tra i 35 e i 49 anni (da 159 a 132) e gli over 65 (da 35 a 32).

Nel semestre appena concluso sono tornate a salire le malattie professionali. Al 30 giugno l’incremento si attesta al più 2,5 per cento (pari a 789 casi in più rispetto allo stesso periodo del 2017, da 31.432 a 32.221). L’aumento ha interessato tutti i comparti: nell’Industria e servizi le denunce sono aumentate dell’1,3 per cento (da 24.840 a 25.161), in Agricoltura del 7,0 per cento (da 6.241 a 6.675).  Con la nostra regione che fa segnare un più 4,12 per cento rispetto allo scorso anno.

1 commento

  1. Annamaria Puri Purini

    Ringrazio Alfonso Vamnaroni e Nuovi Giorni per l’attenta e scrupolosa analisi dei decessi e infortuni in ambito lavorativo. Spaventano le cifre che si riferiscono solo ai primi sei mesi di quest’anno. Anche un solo caso, pur essendo inamissibile, potrebbe essere attribuito a una fatalita, ‘ ma piu di quattrocentocinquanta !!!! Mi auguro che la lettura di queste righe susciti una reazione cosi’ della societa’ “civile” nella quale viviamo da portare a cifra zero questi dati drammatici

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