Impennata dei prezzi dei generi alimentari lo scorso mese di maggio nella Capitale. Svetta in cima alla classifica dei rincari la frutta che segna un più 12,4% rispetto ad aprile e più 11,8% rispetto a maggio dello scorso anno. Ed è proprio la frutta di stagione ad aver subito l’aumento maggiore con prezzi quasi proibitivi se parliamo ad esempio di ciliegie o albicocche. In aumento rispetto a maggio 2017 anche l’acqua minerale e i succhi di frutta (+3%), il pesce (+2,7%), i vini (+2,6%), latte e formaggi, caffe e cacao (+2,5%), la carne (+2,4%) e persino il pane che aumenta del 2,2% rispetto a un anno fa.
Segno più anche per il gasolio per il riscaldamento che cresce dell’1,6% rispetto ad aprile 2018 e di ben il 6,6% rispetto a maggio 2017, così come i carburanti per i mezzi di trasporto privati che costano oggi circa il 6% in più rispetto allo scorso anno. Aumenti alle stelle per i costi del trasporto aereo che in un anno crescono del 13%. Mentre l’incremento dei costi dei pacchetti vacanza si attestano solo, si fa per dire, al più 3,2%. “I romani sono esausti. Questa situazione non può reggere – commentano dalla Uil del Lazio – assistiamo a continue crisi aziendali, delocalizzazioni, trasferimenti, licenziamenti, in una Capitale ormai immobile da troppo tempo. E mentre servizi e qualità della vita decrescono giorno dopo giorno, i prezzi aumentano. Questo produrrà una diminuzione di consumi e, di conseguenza, uno stallo economico che non possiamo assolutamente permetterci”.
Se il carrello della spesa diventa sempre più caro, continuano a calare invece i costi dell’istruzione prevalentemente quella universitaria che in un anno sono diminuiti del 39%, a differenza della scuola dell’infanzia e di quella primaria che segnano un più 1,6%. Per iscriversi invece a un corso di formazione si spenderà quanto lo scorso anno.
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