Aria Killer. Nove persone su 10 la respirano inquinata

Mag 2, 2018

Il rapporto annuale dell’Oms stima in sette milioni le morti causate dall’inquinamento atmosferico
di Francesca Lici

aria killerChe aria respiriamo? Pessima, decisamente pessima. Aria Killer. Non è un caso se, nove persone su dieci sono esposte infatti ad alti livelli di inquinanti nocivi per la salute. Un’aria killer. Non a caso l’Organizzazione mondiale della Sanità (Oms) – nel suo rapporto annuale, dati riferiti al 2016 –  stima in circa sette milioni le vittime che annualmente muoiono a causa di inquinamento dell’aria all’esterno e all’interno delle abitazioni.

«L’inquinamento dell’aria minaccia tutti – avverte il direttore dell’Organizzazione mondiale della sanità, Tedros Adhanom Ghebreyesus – E’ inaccettabile che oltre tre miliardi di persone, la gran parte donne e bambini, respirino ancora fumi tossici a causa di stufe e fornelli alimentate da combustibili inquinanti. Se non agiamo con urgenza sull’inquinamento dell’aria, non arriveremo mai nemmeno vicini a raggiungere uno sviluppo sostenibile». Analizzando i dati di 4.300 città in 100 Paesi diversi, L’Oms ha stimato che l’aria inquinata causerebbe il 24 per cento di tutte le morti per attacco cardiaco, il 25 per cento degli ictus letali, il 43 per cento delle malattie polmonari ostruttive e il 29 per cento dei tumori al polmone. Non solo. Più del 90 per cento dei decessi si registrano nei paesi a basso e medio reddito, principalmente in Asia e Africa, seguono poi le regioni del Mediterraneo orientale, l’Europa e le Americhe. Mentre in Europa si stimano circa 500mila morti riconducibili all’inquinamento atmosferico.

Sono le grandi città ad avere l’aria peggiore, e questo riguarda anche quelle europee, dove si perdono dai 2 ai 24 mesi di vita per colpa dello smog. «Molte delle grandi città del mondo superano i livelli della qualità dell’aria dell’Oms di cinque volte – aggiunge Maria Neira, direttore del dipartimento di Salute pubblica e Determinanti sociali e ambientali della salute dell’Oms e tra gli autori dello studio –  e tutto questo rappresenta un rischio grave per la salute».

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