Amministratori sotto tiro. Sorvegliati e intimiditi. Non è semplice la vita se si è amministratori locali nel nostro Paese. Non lo è anche a Roma e nella sua provincia, dove nel 2017 sono stati censiti 17 casi di minacce e soprusi. Un dato che pone il territorio capitolino al sesto posto tra le province più bersagliate d’Italia, a pari merito con Foggia. Ancor più sotto tiro gli amministratori locali di Napoli, Avellino, Reggio Calabria, Siracusa e Cosenza. I dati sono contenuti nel rapporto «Amministratori sotto tiro», il dossier dell’associazione Avviso Pubblico. Complessivamente nel Lazio le intimidazioni censite sono state 24 (21 nel 2016). Alle 17 della provincia di Roma, si aggiungono le tre di Latina e le quattro – equamente ripartite – di Frosinone e Viterbo. «Da segnalare su Roma un alto numero di atti vandalici e danneggiamenti a strutture comunali e scuole – si legge nel dossier – Numerosi gli incendi appiccati a cassonetti dei rifiuti, soprattutto nella zona del X Municipio di Ostia, sciolto per infiltrazioni mafiose nel 2016. Sul territorio della provincia si segnala l’incendio all’abitazione del Sindaco di Cerveteri Alessio Pascucci. A Pomezia il tentativo di incendio di una sede del comunale. Ad Anzio il Vice Sindaco Giorgio Zucchini ha ricevuto una busta con un proiettile, mentre ad Ardea è andata a fuoco l’auto di un ex assessore e l’imbarcazione del consigliere comunale di minoranza Franco Marcucci».
Passando alla provincia di Latina, Avviso Pubblico registra il tentato incendio all’auto di un assessore comunale di Sezze. Mentre nel capoluogo pontino si segnalano i due colpi di arma da fuoco alla macchina dell’ex candidato sindaco Davide Lemme. E le minacce tramite i social all’ex sindaco Vincenzo Zaccheo. E poi ancora. La sindaca di San Vittore del Lazio, Nadia Bucci, è stata minacciata da un uomo per l’assegnazione di un alloggio popolare, mentre il primo cittadino di Settefrati, Riccardo Frattaroli, è stato costretto a ricorrere alle cure dei sanitari dopo una discussione degenerata in aggressione. A Viterbo doppia intimidazione per il consigliere Claudio Ubertini: nel corso dell’anno sono andate a fuoco prima la sua auto e poi quella del figlio. Nessuna regione è immune da questo fenomeno: nel 2017 settantotto sono state le provincie coinvolte, 314 i Comuni. Avviso Pubblico ha censito un’intimidazione ogni sedici ore. Complessivamente sono state 537 gli avvertimenti e le violenze nei confronti di amministratori e del personale della pubblica amministrazione. Il 13 per cento è stato rivolto nei confronti di donne. Il 76 per cento degli episodi sono stati di natura diretta, ovvero amministratori minacciati in prima persona. Nel 24 per cento dei casi le minacce sono state indirette, ovvero atti vandalici contro le strutture pubbliche.
Numeri e dati in allarmante crescita, 454 erano state le minacce nel 2016, 479 nel 2015. La Campania con 86 casi è stata la più colpita. Segue la Sicilia con 79. Poi Calabria e Puglia (70). Quinto posto per la Sardegna, 48 le intimidazioni censite. Al sesto posto la Lombardia (prima regione del nord) con 28 episodi. E poi il Lazio con i suoi 24 casi. L’incendio resta la modalità preferita dai malfattori per intimidire, seguono i messaggi minatori anche attraverso i social, le aggressioni, i danneggiamenti a strutture e le telefonate minatorie. «Si sta registrando – fa sapere l’Associazione he dal 1996 collega e organizza gli amministratori locali che si impegnano a promuovere la cultura della legalità – un aumento di casi in cui non sono le mafie o altre organizzazioni criminali a colpire, quanto singoli cittadini o gruppi di essi, che sfogano il proprio disagio e, in alcuni casi, gli istinti più bassi, verso il politico e il dipendente pubblico fisicamente più raggiungibile». «Fare l’amministratore locale in Italia è diventata un’attività non soltanto più difficile, ma anche più rischiosa e pericolosa – scrive il presidente di Avviso Pubblico, Paolo Romani nel dossier – Il numero di casi censiti nel 2017 è aumentato del 18 per cento rispetto al 2016 e costituisce in assoluto il record negativo da quando Avviso Pubblico ha iniziato nel 2011 a monitorare il fenomeno. Un vero e proprio assedio diretto contro chi ricopre un incarico pubblico. Storie drammatiche, di vita quotidiana che vanno ricordate e portate sempre di più alla conoscenza dell’opinione pubblica. Perché quando si minaccia un amministratore pubblico non si colpisce soltanto una persona, ma un’intera comunità, la nostra democrazia».
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