Quasi 46 mila incidenti sul posto di lavoro nel 2016 nel Lazio. Oltre 600 mila in Italia. Un vero e proprio bollettino di guerra. Sono numeri che rendono l’idea della precarietà della situazione lavorativa oggi ma che purtroppo sembrano non trovare soluzione. Se ne è parlato oggi all’assemblea sulla sicurezza sul lavoro indetta da Cgil Cisl e Uil presso l’auditorium dell’Inail. Un’assemblea dove sindacalisti e lavoratori hanno cercato di fare il punto della situazione, chiedendo azioni concrete alla politica attraverso la sottoscrizione di un accordo con la Regione Lazio, rappresentata dall’assessore al Lavoro Claudio Di Berardino.
«Numeri che purtroppo tendono ad aumentare negli ultimi anni – hanno sottolineato i segretari generali di Cgil Roma e Lazio Cisl Lazio e Uil Roma e Lazio, Michele Azzola, Paolo Terrinoni e Alberto Civica – con un’impennata dei morti in itinere, ovvero nel percorso da e per il luogo di lavoro, che non vorremmo fossero un escamotage per celare decessi avvenuti in realtà sul campo. Per accertare la regolarità di luoghi e strutture è necessario sia intensificare le ispezioni sia dare un valore effettivo e non solo simbolico ai rappresentanti della sicurezza dei lavoratori. Ricordando che sicurezza è sì rispetto delle norme, ma è anche garantire idoneità dei luoghi dove lavoriamo e che frequentiamo quotidianamente. Basti pensare all’amianto presente in tantissimi edifici pubblici della nostra città, oggi anche censito ma non risolto, perché continua il rimbalzo di responsabilità tra gli organi competenti».
E sulla presenza dell’amianto si sono concentrati gli interventi di alcuni rappresentanti dei lavoratori che hanno sottolineato come i numeri spaventosi siano rimasti invariati negli ultimi anni e non ci siano stati interventi ad hoc da parte di Regione e Campidoglio. Fondamentale per tutti la prevenzione, che si può attuare anche grazie ai corsi di formazione che producono anche un risparmio economico da parte delle aziende. «La precarizzazione del mondo del lavoro che ha investito da tempo anche i servizi pubblici essenziali, insieme con l’utilizzo sistematico e spudorato del sistema degli appalti – concludono i segretari – ha di fatto espulso il tema della salute e della sicurezza da molti settori produttivi».
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