Trasferimenti e delocalizzazioni. Scatta la protesta ad Auchan

Feb 19, 2018

Lavoratori spostati come pacchi. Nel 2015 il colosso aveva licenziato 1500 dipendenti
di Ma. Te. Ci.

Ancora trasferimenti e delocalizzazioni ai danni dei lavoratori. Adesso è la volta del colosso Auchan che, in virtù di un dichiarato calo delle vendite, ha cominciato ad inviare ai suoi dipendenti del punto vendita di Collatina le prime lettere di trasferimento con la motivazione di “disutilità della prestazione”. Il tutto dopo aver licenziato nel 2015 circa 1.500 dipendenti sul territorio nazionale. Lettere che il sindacato ha subito contestato, proclamando da sabato scorso uno sciopero del personale (con adesione superiore al 90%) e che si estenderà nei prossimi giorni anche ai lavoratori degli altri ipermercati, per i quali si prospetta la stessa sorte.

“Nonostante le trattative in corso, l’azienda ha proceduto con azioni unilaterali – commenta il segretario regionale della UilTucs, Alessandro Contucci – Insieme ai lavoratori, avevamo provato nei giorni scorsi a trovare delle soluzioni alternative, senza però il reale interessamento di Auchan che fingeva collaborazione al tavolo, mentre dietro le quinte attivava quanto già autonomamente deciso”. In un primo momento infatti Auchan aveva proposto una riduzione del 17% delle ore lavorative di tutto il personale, ad eccezione dei responsabili, e la flessibilità dei lavoratori che, dal canto loro, avevano controproposto una reinternalizzazione dei servizi  appaltati  a cooperative esterne.

“Le nostre proposte avrebbero non solo salvato i posti di lavoro dei 15 full time considerati in esubero ma garantito anche la continuità del servizio – continua Contucci – argomenti su cui bisognava negoziare. Termine questo probabilmente poco chiaro per Auchan che ha proceduto in maniera drastica, penalizzando ancora una volta i lavoratori, gli unici a scontare davvero le situazioni di crisi e la competitività di nuovi marchi, come Esselunga, sul mercato capitolino. Come sindacato, impugneremo subito i trasferimenti ritenendoli illegittimi e immotivati, anche alla luce delle controproposte effettuate e stiamo programmando ulteriori e necessarie azioni di protesta”.

 

 

 

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