Roma non è una città per poveri. Nonostante le cinque persone morte in strada lo scorso mese, l’amministrazione comunale pare non abbia preso adeguati provvedimenti per scongiurare il pericolo di assideramento per chi vive in strada. Secondo quanto denunciato dal direttore della Caritas di Roma, monsignor Enrico Feroci, infatti il “piano del Comune di Roma ha riproposto una misura di emergenza come avveniva negli anni Novanta: senza programmazione, senza coinvolgere le realtà che operano ogni giorno a fianco di chi vive in strada e, soprattutto, senza il minimo rispetto di chi dorme sotto colonnati e ponti proponendogli il “caldo” di una tenda”. Il riferimento va alla decisione dell’Amministrazione comunale di affidare alla Croce Rossa la gestione di 30 posti per il piano freddo con una tendopoli nel X municipio e alla notizia che altri municipi stanno cercando la collaborazione di altre associazioni per fare la stessa cosa.
«Ringraziando i volontari della Croce Rossa che ancora una volta non fanno mancare il loro prezioso contributo per il sostegno alle persone senza dimora – spiega monsignor Feroci – come Caritas riteniamo che questo tipo di accoglienza non sia dignitosa. Si tratta di un considerevole passo indietro rispetto alle soluzioni emerse negli anni precedenti che, seppure non strutturali, riguardavano alloggi più confortevoli per un numero molto più ampio di persone».
«Ancora una volta – spiega il direttore della Caritas – Roma si fa cogliere di sorpresa dai problemi causati dal freddo, una situazione che di fatto torna ogni anno. Perché non si è pensato prima a programmare le iniziative per gestire questo difficile momento di vita per i più fragili? Perché esistono protocolli di intervento precisi per gestire la viabilità in caso di gelo ma non si riesce a fare lo stesso per le persone che vivono in strada? Già a maggio dello scorso anno, con alle spalle la stagione invernale, la Caritas chiese la convocazione di un tavolo di lavoro per preparare la città all’inverno successivo, ma nulla è stato pensato e fatto. L’Amministrazione sta dimostrando di avere molte difficoltà nel definire un piano organico per affrontare il problema della povertà estrema in modo multidimensionale, restituendo dignità alla persone e la possibilità di svincolarsi dal bisogno senza creare cronicità e ulteriori disagi». «Bisogna impegnarsi in piani di intervento organici che sappiano rispondere alle complesse e articolate storie dei poveri – conclude Feroci – Per questo richiediamo con forza alle Istituzioni un piano per le persone senza dimora che renda migliore la nostra città e la vita di coloro che con fatica la abitano».
0 commenti