
La sede della Regione Lazio
Ci sono possibilità per migliorare la qualità dei servizi pubblici erogati e garantire occupazione e diritti di lavoratrici e lavoratori? Noi crediamo di sì. Ci sono modi e modalità per favorire la trasparenza nelle procedure di gara rafforzando il contrasto ai fenomeni di concorrenza sleale, di corruzione e di infiltrazioni mafiose? Ne siamo certi. E come fare per salvaguardare le imprese che operano nel rispetto dei contratti nazionali e della legge? Queste domande trovano risposta nel protocollo d’intesa che domani Cgil Cisl e Uil firmeranno con la Regione Lazio. Stiamo parlando di un documento ambizioso, perché il sistema regionale degli appalti pubblici di beni e servizi sarà finalmente ridisegnato.
Un protocollo necessario – soprattutto in questa fase di crisi occupazionale – che è nato con l’obiettivo di mettere al centro delle procedure di gara il fattore lavoro e quindi l’occupazione, favorendo la capacità progettuale delle imprese, sia in termini di servizi offerti sia per l’impegno che esse dovranno mettere nella tutela e nella valorizzazione dei lavoratori. Il documento – denominato Sistema regionale del Lazio degli appalti pubblici di beni, servizi e forniture – nei suoi dieci articoli enuncia gli obiettivi generali, fa esplicito riferimento al costo del lavoro, al Durc, ai criteri generali di aggiudicazione, alle responsabilità e alle sanzioni, alla legalità e alla trasparenza. Insomma, nessun aspetto viene tralasciato.
Nello specifico, l’articolo 3 prescrive chiaramente che a tutti i lavoratori e alle lavoratrici che si troveranno ad operare nel servizio oggetto dell’appalto, dovrà essere applicato il contratto collettivo nazionale e territoriale in vigore, di miglior favore per il settore e per la zona nella quale si eseguono le prestazioni con riferimento alla qualifica corrispondente e alle mansioni svolte. Nell’articolo 5 invece – dopo aver ribadito la necessità di garantire corrette condizioni di mercato e di ampia partecipazione alle gare – si specifica che in fase di aggiudicazione, la stazione appaltante assume come criterio quello dell’offerta economicamente più vantaggiosa. Stop quindi ai massimi ribassi d’asta che sono sempre ricaduti sulle spalle di lavoratori e lavoratrici e sulla loro sicurezza. Un altro aspetto che qualifica e dà il senso del lavoro che abbiamo condiviso con la Regione Lazio è la clausola sociale (articolo 6). Qui si specifica che in caso di aggiudicazione, l’appaltatore subentrante assorbirà i lavoratori che già erano in servizio con il precedente datore di lavoro, senza necessità di periodo di prova e con lo stesso livello contributivo. Non solo. L’ente appaltante si impegna a convocare il subentrante per esaminare con le organizzazioni sindacali le novità nel frattempo intercorse.
Noi della Uil siamo convinti che questo protocollo possa avviare un percorso decisamente innovativo per il territorio regionale, un percorso iniziato circa un anno fa con la firma tra la Regione Lazio e le organizzazioni sindacali del protocollo quadro sugli appalti, che poi a scendere aveva previsto altri due documenti: il protocollo sugli appalti dei lavori pubblici e questo che verrà firmato domani che disciplinerà il settore delle forniture dei beni e servizi. Non è stato semplice tagliare il traguardo, ma alla fine la nostra responsabilità spesa nei processi di relazioni sindacali è stata ripagata. Da domani il Lazio avrà un’arma in più per offrire ai suoi cittadini lavoro dignitoso, procedure più snelle, barriere contro chi tenta di inquinare ogni aspetto della vita sociale. Da domani il nostro territorio avrà un documento che sarà recepito all’interno dei capitolati speciali degli appalti adottati dalla Regione, dalle Aziende, dalle agenzie, dai consorzi, dalle associazioni e da tutti gli organismi di diritto pubblico regionali. Un sistema di garanzie inequivocabilmente più strutturato e che dà ampie certezze in merito ai diritti dei lavoratori di un settore dove fino a ieri le regole erano spesso disattese e la precarietà la regola.
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