
Un tavolo istituzionale per il Teatro dell’Opera
Un tavolo istituzionale per confrontarsi affrontare e risolvere – si spera – le tante criticità del Teatro dell’Opera. Sembra che qualcosa intorno al Costanzi si muova. L’allarme lanciato dai sindacati nei giorni scorsi – poco prima che il sipario dello storico teatro romano si alzasse per iniziare la nuova stagione (leggi) – non ha lasciato indifferente la sindaca di Roma, che ha promesso appunto un confronto tra Comune, sovrintendenza e parti sociali. «All’incontro abbiamo espresso alla Sindaca – dice Francesco Melis della UilCom – la preoccupazione dei dipendenti del teatro. A fronte dell’impegno lavorativo quotidiano e del sacrificio economico ancora in atto, ben oltre quanto fosse previsto, si ha timore per il futuro della struttura e per le gravi conseguenze che possono ricadere sui dipendenti alla scadenza del 2019, se non si raggiungerà la stabilità economica prevista dalla incombente e pericolosa legge del settore».
Numerosi sono i nodi da affrontare. Intanto le vertenze ancora irrisolte stanno creando aumenti dei costi di gestione. Non a caso UilCom, Slc Cgil e Fistel Cisl hanno lo stato di agitazione. «Che ferma il ricorso costante all’istituto dello straordinario per coprire la carenza degli organici – ricorda Melis – che invece dovrebbero essere consolidati con le assunzioni dei precari a soluzione delle onerose cause legali. Ad oggi, nonostante le ripetute sollecitazioni, il sovraintendente Fuortes si è sottratto al confronto diretto non tenendo conto dei Sindacati che propongono vie alternative di introiti e indicazioni per abbattere i costi». Già, il sovraintendente. Una figura che respinge ogni confronto.
«Da quando sono in ruolo – dice il segretario generale della Fistel Cisl, Lazio Alessandro Faraoni – non siamo mai riusciti a confrontarci con Fuortes, che anzi sembra mal sopportare il dialogo con le parti sociali forte della sua autoreferenzialità. Questa è una strada pericolosa e senza ritorno. Noi siamo preoccupati e interessati a capire il debito di 53 milioni di euro e gli altri 6 accumulati con l’erario per i mancati pagamenti Irfep. Vorremmo vedere i dati disaggregati del bilancio. Perché non vorremmo che poi qualcuno ci venga a chiedere il conto anche alla luce della relazione del commissario straordinario del governo dove si chiede attenzione per abbattere i costi e contenerli». «Qualcuno si aspettava uno sciopero dei lavoratori per bloccare la prima e invece i lavoratori hanno dato prova di responsabilità e attaccamento al teatro – aggiunge il segretario generale della Slc Cgil Roma Riccardo Sacconi – anche se vengono dipinti insieme col sindacato come un’allegra brigata che ha contribuito ai mali del Costanzi». E invece sono proprio i lavoratori che hanno rinunciato al premio di produzione (circa 1,5 milioni di euro), investendo personalmente pur di rilanciare il Teatro dell’Opera. «Mentre la dirigenza – conclude Sacconi – a luglio ha ricevuto bonus premiali a Luglio». Bonus che Sindaca e staff – durante l’incontro coi sindacati – hanno definito «particolari» vista il complesso contesto economico.
«Non possiamo più assistere al gioco del Risiko – concludono Melis, Sacconi e Faraoni – con la quota dei lavoratori utilizzata come fosse un bancomat e utilizzata sul bilancio per raggiungere il pareggio per poi sentire la solita storia che non ci sono risorse da distribuire».
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