Doppi turni, cambi di reparto, dialogo sindacale inesistente. Ikea va cambiata

Nov 22, 2017

Al via #CambiaIkea, la campagna di sensibilizzazione della UilTucs
di Ma. Te .Ci.
La Campagna social #CambiaIkea

La Campagna social #CambiaIkea

Mobili da montare, arredi originali, rimedi salva spazio. Ma anche colore e shopping domenicale. Rappresenta tutto questo ormai Ikea, il colosso svedese diffuso su tutto il nostro territorio nazionale che è entrato nelle nostre case e nelle nostre abitudini, alimentando persino intercalari colloquiali e tormentoni estivi. Ma non è tutto oro quel che luccica. E dietro l’abilità degli arredi a incastro, i cassettoni colorati, lo spazio baby e i cataloghi in bella mostra, si cela un rapporto sempre più difficile tra dipendenti e vertici aziendali. Un rapporto che aveva fatto della collaborazione e del dialogo il suo forte punto di partenza e che, invece, da quanto raccontano i lavoratori si è arenato dietro logiche di business spesso incomprensibili. Nessun ascolto dei dipendenti e decisioni calate dall’alto su improvvisi cambi di reparto, modifiche dei turni, rotazione settimanale. Oltre che un contratto nazionale scaduto dal 2015. È per dire basta a tutto questo che la UilTucs, insieme ai lavoratori, ha dato il via a CambiaIkea, una campagna diffusa prevalentemente sui social per sensibilizzare l’azienda e al tempo stesso la clientela sui problemi quotidiani che i dipendenti si trovano ad affrontare inascoltati. “Una campagna che, utilizzando i mezzi preferiti dalla stessa azienda, chiede spazio al dialogo e al confronto – spiega la segretaria generale della UilTucs regionale, Giuliana Baldini – per effettuare davvero quel cambiamento di cui Ikea si è sempre detta e si dice fautrice”.

Sono 21 i punti vendita Ikea in Italia di cui tre soltanto nella Capitale. Negozi che hanno fatto da apripista alla diffusione sul territorio nazionale e che rappresentano ancora oggi una garanzia nella vendita. “La situazione è specchio purtroppo di quanto sta avvenendo negli ultimi anni nel mercato del lavoro – commenta il segretario generale della Uil di Roma e del Lazio, Alberto Civica – dipendenti che si fanno in quattro per l’azienda trattati come robot, senza rispetto per la loro professionalità e i contributi innovativi. Persino un marchio che aveva basato il suo successo proprio sul dialogo ha cambiato rotta, adeguandosi a modelli dove la logica del profitto è l’unica dominante, al di là dei rapporti umani e sociali. Eppure parliamo di un colosso che sui rapporti umani ha costruito il proprio slogan. È inammissibile tutto ciò. Passiamo da aziende in crisi con licenziamenti ad aziende in attivo che usano i dipendenti come oggetti. È un sistema che deve cambiare e per farlo il lavoro deve assumere nuovamente quel senso originario di dignità e riscatto che gli appartiene”.  Gli eventi e le iniziative in calendario, che saranno pubblicati ogni 15 giorni sul sito www.uiltucs.it, vengono scanditi da un countdown che segnerà anche il percorso della petizione.

 

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