
Una manifestazione della Uil a Roma
Ancora un trasferimento da Roma a Milano. Dopo i noti e controversi casi di Almaviva, Mediaset, Sky, adesso è la volta di Grandi Stazioni retail che ha comunicato, senza alcun confronto con i lavoratori, il trasferimento di 22 dipendenti dalla Capitale al capoluogo lombardo, a partire dal 1 gennaio 2018.
Un trasferimento di cui i lavoratori sono venuti a conoscenza soltanto negli ultimi giorni, a decisione già presa, senza alcun confronto con i sindacati di categoria che negli ultimi giorni hanno organizzato un presidio di protesta. Tra l’altro, raccontano gli stessi dipendenti, ben sedici su ventidue sono mamme di bimbi piccoli e pertanto con maggiori difficoltà a cambiare città. “Significherebbe cambiare la scuola dei bambini, stravolgere tutte le nostre abitudini quotidiane – racconta una lavoratrice – oltre a dover trovare casa in affitto e trovarsi quindi in grosse difficoltà economiche. Lavorare non può significare rinunciare a vivere e far vivere le nostre famiglie dignitosamente. Il lavoro dovrebbe avere il significato opposto”. C’è anche, tra loro, chi è già rassegnata e parla di licenziamenti camuffati, “perché – dice – non si può cambiare completamente vita, pertanto dal 1 gennaio sarò a casa, senza più un lavoro”. Grandi Stazione retail è la società che si occupa delle operazioni commerciali e del marketing di Grandi Stazioni per conto di Ferrovie dello Stato. “Una società che non ha problemi a far quadrare i conti – commenta Alessandro Contucci, segretario regionale della UilTucs – pertanto la decisione di trasferimento, improvvisa e unilaterale, diventa ancora più incomprensibile. Se non ci sarà un ripensamento da parte di Grandi Stazioni, programmeremo una serie di mobilitazioni per fermare quest’ennesima ingiustizia ai danni della Capitale, dei singoli lavoratori e delle loro famiglie”.
La vicenda di Grandi Stazioni retail non è l’unica di questo genere, purtroppo. Nei mesi scorsi Italchimici ha lasciato la sede legale a Pomezia e ha trasferito (sempre a Milano) 60 dipendenti. Lo stesso ha fatto Mylan, multinazionale americana che nella Capitale ha lasciato appena 40 persone su 110. Nel campo dei petroli, la filiale italiana di Exxon Mobil ha già trasferito a Genova 50 dei 200 dipendenti della sede romana. Trasferimenti che si aggiungono a quelli delle grandi banche che negli ultimi anni hanno chiuso numerosi sportelli nella Capitale per far spazio alle sedi del Nord.
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