Dopo la rete idrica, i romani fanno i conti anche con una rete del gas non proprio all’avanguardia. Secondo quanto è emerso da una denuncia della Uil del Lazio, infatti, nella Capitale ci sono oltre 250 segnalazioni di fughe di gas al giorno. Fughe di gas che, in alcuni casi, si rivelano dei falsi allarmi, in altri si tratta di vere e proprie perdite di varia entità. Ciò perché la rete, così come quella idrica, a Roma è particolarmente vetusta e necessita di manutenzione. Basti pensare che le attuali tubature sono state costruite più di cinquant’anni fa e che per 90 chilometri sono ancora in ghisa, così come prima della diffusione del metano. La ghisa, a detta degli stessi tecnici, favorisce la dispersione del gas per via del montaggio a incastro piuttosto che a saldatura, come l’acciaio e il politilene, da cui è costituito il grosso della rete capitolina. Anche l’acciaio però necessita di interventi costanti “perché – spiegano i tecnici – risente delle correnti vaganti del terreno, oltre che dell’anzianità delle tubature”. I problemi di scarsa manutenzione e di conseguenza le segnalazioni aumentano durante i mesi invernali, perché con l’accensione dei riscaldamenti, l’azienda è costretta ad alzare la pressione del gas per riuscire a coprire il fabbisogno cittadino che a Roma è particolarmente elevato. “E non si comprende perché proprio a Roma, che è la città italiana col maggior numero di utenze e maggiori chilometri di rete, Italgas abbia deciso di chiudere a fine mese la centrale operativa – commenta il segretario regionale della UilTec, Marco Pantò – indispensabile per il monitoraggio della pressione all’interno della rete. E ancor più incomprensibile è la decisione unilaterale dell’azienda di passare dalle attuali 24 a 16 ore di lavoro con reperibilità notturna”.
Denuncia quest’ultima su cui si sono mobilitati i sindacati, riuscendo a portare la vicenda in Campidoglio visto che Italgas, gestore unico su Roma, ha vinto un bando nel 2012 garantendo un’assistenza h24 che dal 1 ottobre non viene più effettuata, contravvenendo a quanto previsto dal capitolato e senza nemmeno informare il Comune delle modifiche. “L’azienda infatti ha presentato un prospetto organizzativo diverso – spiega il segretario generale della Uil di Roma e del Lazio, Alberto Civica – in cui l’attuale turnazione notturna sarà sostituita dalla reperibilità a chiamata. Il problema è che già adesso i dipendenti non riescono a coprire le richieste nei tempi previsti per legge. Cosa succederà dopo? E soprattutto quale sicurezza verrà garantita agli utenti? Certo i cittadini di Roma non saranno soddisfatti di sapere che le eventuali fughe di gas da loro segnalate verranno prese in considerazione dopo giorni o addirittura settimane. Il rischio è grosso e non vorremmo arrivare a una tragedia perché l’azienda si attivi sul serio”. Italgas smentisce attraverso le agenzie di stampa sostenendo invece che il nuovo piano “risponde all’obiettivo di garantire l’ulteriore miglioramento dei livelli di qualità del servizio ai cittadini e che le attività di pronto intervento con l’inserimento della reperibilità continueranno, come sempre, a essere presidiate 24 ore su 24 tutti i giorni dell’anno, garantendo gli interventi entro 60 minuti dalla ricezione della segnalazione, conformemente alle disposizioni dell’Autorità per l’energia elettrica e il gas”.
Intanto però in questi giorni i tecnici Italgas stanno intervenendo sulle segnalazioni di fine settembre perché spiega ancora Panto’ “le richieste sono superiori alla forza lavoro e temiamo che la situazione diventerà ancor più critica nei prossimi mesi quando, con l’accensione dei riscaldamenti, il consumo di gas sarà maggiore e di conseguenza anche le possibili perdite. Durante lo scorso mese di gennaio ad esempio sono state registrate circa 500 segnalazioni di fuga di gas al giorno”.
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