Diminuire la produzione dei rifiuti. Parte con questo obiettivo la sperimentazione nel nostro Paese del «vuoto a rendere» per le bottiglie di birra e acqua minerale. A stabilirlo è il regolamento del ministero dell’Ambiente che attua così la misura del contenuta nel Collegato Ambientale rivolta alla prevenzione dei rifiuti di imballaggio monouso attraverso l’introduzione, su base volontaria per un anno, di un sistema di restituzione di bottiglie riutilizzabili.
A breve quindi bar, ristoranti, alberghi, e altri esercizi di consumo potranno aderire a questa fase sperimentale di raccolta esibendo un simbolo all’ingresso dei locali. E i consumatori dovranno dare prova di sensibilità ambientale restituendo la bottiglia vuota di birra o di acqua minerale. Sì perché il vuoto a rendere vuole coinvolgere i consumatori proprio sull’importanza del riutilizzo, riciclo e della diminuzione della produzione dei rifiuti. Si comincia per il momento coi contenitori di volume compreso tra gli 0,20 e gli 1,5 litri. «Un Paese proiettato nell’economia circolare come l’Italia – ha detto il ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti – non può che guardare con interesse a una pratica come il vuoto a rendere, già diffusa con successo in altri Paesi. Questo decreto dà una possibilità a consumatori e imprese di scoprire una buona pratica che aiuta l’ambiente, produce meno rifiuti e fa risparmiare soldi».
«Finalmente, dopo tre anni, diventa realtà – ha detto il deputato del Movimento 5 stelle Stefano Vignaroli, da tempo impegnato su questa normativa». Ma in realtà siamo molto in ritardo rispetto agli altri Paesi europei dove queste pratiche sono consolidate e prevedono vantaggi e risparmi anche per i consumatori. Ridurre i rifiuti è una priorità. Per ridurre discariche e costi di smaltimento. Un circuito virtuoso dei rifiuti prevede anche piccoli gesti. Basti pensare che una bottiglia di vetro, con il sistema del vuoto a rendere, può essere riutilizzata anche 40 volte così da risparmiare risorse preziose come energia e materie prime.
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