Aziende partecipate. Comincia ad esserci una forte preoccupazione sul fronte della riforma di questo settore controllato dal Comune di Roma. Sono già trascorsi due mesi dall’accordo sottoscritto con la Sindaca di Roma Raggi e nulla si è mosso sul fronte della riorganizzazione delle aziende che rappresentano alcuni dei settori nevralgici intorno ai quali si muovono le necessità e gli interessi di tutti i cittadini di questa città. Anzi a ben vedere, viste le quotidiane e feroci polemiche sugli aspetti gestionali di diverse aziende importanti che forniscono servizi di primaria necessità, ci sembra che i problemi siano aumentati.
Siamo tutti consci dei disagi che quotidianamente sono tenuti ad affrontare e contrastare gli utenti che usufruiscono dei servizi della mobilità tanto per citare uno dei problemi sotto gli occhi di tutti e sempre alla ribalta delle cronache giornalistiche. Senza parlare poi dei rifiuti piuttosto che della manutenzione del verde o delle mense scolastiche. E’ proprio di questi giorni l’ultima grande e sacrosanta protesta delle categorie che rappresentano i lavoratori della Multiservizi. A distanza, infatti, di ormai un anno da quella che sembrava una decisione imminente riguardo al futuro di un’azienda che occupa migliaia di lavoratori, ancora oggi non si conosce quale sarà la decisione che il Comune vuole adottare. Il sindacato ha rispedito al mittente la gara a doppio oggetto proposta chiedendo a viva voce la realizzazione di una società in house, come d’altro canto proposto proprio nell’autunno scorso dall’attuale amministrazione capitolina. Ultimo in ordine di tempo il grave problema di bilancio di Risorse per Roma dove sono stati messi a rischio gli stipendi di questo mese e via con altri esempi la lista sarebbe troppo lunga. In questo scenario già di per se così complicato, si inserisce la legge nazionale, cosiddetto Decreto Madia di riordino del settore, che fissa alcuni principi e scadenze da tenere in considerazione per il riordino delle partecipate pubbliche. E’ imminente la prima delle scadenze fissate: al 30 settembre, infatti, è fissato il termine entro il quale le amministrazioni locali devono presentare il piano di riordino e le piante organiche per ciascuna società. Operazione che richiede grande conoscenza delle aziende e che andrebbe concertata con il sindacato in una logica di condivisione delle scelte che si vorranno fare e che determineranno il futuro di migliaia di lavoratori inseriti negli organici delle società.
Alla luce di tutto ciò e proprio per poter affrontare concretamente tutti questi problemi, abbiamo inviato al Sindaco, non più tardi di dieci giorni fa, una nota con la quale sollecitiamo l’avvio immediato di un confronto che tenga conto da un lato delle problematiche che investono quotidianamente le aziende e i lavoratori e dall’altra l’inizio di un confronto serio e costruttivo sui molti adempimenti previsti dalla legge nazionale a partire dagli aspetti legati al buon funzionamento dei servizi offerti, alla qualità del lavoro, alla professionalizzazione dei tanti addetti che spesso operano in situazioni di difficoltà in assenza spesso di direttive chiare. La Ricognizione del personale fissata al 30 settembre è un atto di estrema importanza che può determinare tra gli altri il rischio di mobilità interregionale se non nazionale.
E’ pertanto urgente l’apertura di un confronto, anche prima del periodo feriale, che possa quantomeno fissare il calendario del tavolo di lavoro su un tema che riveste un’importanza strategica per il buon funzionamento di servizi di primaria importanza, fondamentali per la città e per le migliaia di lavoratori occupati nelle aziende partecipate.
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