Laurea e lavoro. Il 75 per cento lo trova entro un anno

Ago 23, 2023

I risultati della ricerca «Università e Imprese per lo sviluppo dei talenti», realizzata da Randstad e Fondazione per la Sussidiarietà
di Redazione
laurea e lavoro

Foto tratta da https://www.pexels.com/

Laurea e lavoro. Più dei tre quarti dei laureati italiani trova occupazione entro un anno, ma le aziende oltre al diploma richiedono sempre più competenze digitali e soft skills (almeno una su cinque). Il 70 per cento delle offerte di lavoro per laureati sono concentrate al Nord. Le imprese puntano, in particolare su 116 profili ad elevata richiesta, che fanno capo a cinque macro aree. Molto ricercati account manager, responsabili logistica e distribuzione ed esperti contabili. E’ quanto emerge dalla ricerca «Università e Imprese per lo sviluppo dei talenti», realizzata da Randstad e Fondazione per la Sussidiarietà (FpS). Lo studio analizza la domanda di lavoro di laureati negli annunci online del 2022 e le strategie di sviluppo dei talenti delle imprese italiane.

«La quota dei laureati tra i 25 e i 34 anni in Italia è tra le più basse nei paesi Ocse – commenta Marco Ceresa, Group Ceo di Randstad Italia – eppure l’indagine ribadisce che una laurea in Italia oggi è ancora un importante fattore di protezione dall’inoccupazione. E’ fondamentale, quindi, mettere in campo azioni concrete per contrastare la dispersione scolastica e incentivare i giovani a proseguire gli studi. La ricerca evidenzia poi l’esistenza di molte professioni in comune in uscita da percorsi di laurea molto diversi, per una similarità di competenze. E’ importante, di fronte alla scarsità di talenti del mercato unita ai trend demografici allarmanti, che le aziende valutino i profili da inserire a partire dalle reali competenze possedute dai candidati, oltre che dal titolo di studio». «La ricerca conferma che gli studi universitari sono un volano per l’accesso al mondo del lavoro – afferma Giorgio Vittadini, Presidente della Fondazione per la Sussidiarietà – Nelle selezioni le aziende guardano ai voti, al percorso accademico, ma sempre di più allo sviluppo di competenze trasversali e soft skill come: l’apertura mentale, la capacità di collaborare, la sicurezza, la resilienza, la creatività, la flessibilità, il problem solving. In un mondo del lavoro in cui l’obsolescenza dei mezzi di produzione, delle tecniche, dell’organizzazione aziendale è rapidissima, puntare sulle soft skill sarà strategico perché permetterà di continuare a imparare a imparare».

Laurea e lavoro. Le competenze digitali, rivela la ricerca Randstad – FpS, sono ormai pervasive in tutti gli annunci online, con picchi del 61% nell’ICT e del 53% nella statistica. Ma l’incidenza del digitale è significativa anche negli annunci relativi a marketing (19%) e area giuridica (15%). Le soft skill si rivelano importanti per tutte le aree: almeno una competenza su cinque per svolgere la professione è trasversale. Le soft skill più richieste sono: saper lavorare in gruppo, sviluppare idee creative, adattarsi al cambiamento, comunicare con i clienti, autonomia, identificarsi con gli obiettivi aziendali. Le posizioni di lavoro offerte nel 2022 ai laureati per i 116 profili sono concentrate al Nord (70%). In testa tra le regioni c’è la Lombardia, con il 30% degli annunci, seguita dall’Emilia Romagna (13%), dal Veneto (13%) e dal Lazio (11%). La Campania, dove c’è uno dei più elevati tassi di disoccupazione giovanile, raccoglie solo il 5% degli annunci. Le aziende sono alla ricerca principalmente di laureati in discipline tecniche e scientifiche, ma prendono in considerazione anche le lauree umanistiche valorizzando gli aspetti motivazionali e il potenziale, e integrando le competenze tecniche con la formazione interna. Nel primo esame dei cv le imprese valutano soprattutto la carriera universitaria, ma poi si concentrano su soft skill e attitudini personali dei candidati.

 

 

 

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