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E’ possibile che un maturando non conosca esattamente quando inizia l’esame di maturità e ne ignori, in tutto o in parte, i principi di funzionamento? A quanto pare sì. Può infatti sembrare paradossale, ma a una settimana dal via non tutti gli studenti che lo dovranno affrontare quest’anno sono consapevoli delle regole del gioco. Soprattutto per quanto riguarda la struttura e le caratteristiche delle tre prove previste: 1 maturando su 2 non conosce la struttura della prima prova (con tre tipologie di tracce) e solo 2 su 3 sanno che il secondo scritto, quello di indirizzo, sono consapevoli della materia su cui verterà la seconda prova. A segnalare questo scenario inquietante è un sondaggio del portale Skuola.net, che ha intercettato nei giorni scorsi 650 maturandi Ma i dubbi degli studenti iniziano sin dalle basi dell’esame. Anche le informazioni essenziali non sono alla portata di tutti. Infatti, c’è un preoccupante 14% che di fatto ancora non sa di preciso la data in cui inizierà la Maturità, ovvero il 21 giugno. E se sull’elaborazione della prima prova i maturandi non nutrono particolari dubbi – 9 su 10 sono al corrente che le tracce verranno preparate dal Mim – riguardo alla struttura dello scritto di italiano c’è ancora molta confusione: come detto, solo la metà ne ha saputo riconoscere l’impianto (analisi del testo, testo argomentativo e tema di attualità). Al contrario, circa il 35% – quindi uno studente su tre – crede che tra le tipologie di prova ci sia ancora il tema storico (abolito invece dalla Maturità 2019).
Passando al secondo step dell’esame di Stato la nebbia si infittisce e i dubbi aumentano. La prova di indirizzo è da sempre una spina nel fianco per molti studenti, motivo per cui forse risulta indigesto anche il suo funzionamento. Anche qui, quasi 1 maturando su 5 non sembra allineato sull’inizio dei lavori (fissato per il 22 giugno). Inoltre, appena 2 maturandi su 3 hanno percepito il regalo di Valditara, ossia di incentrare la prova su una sola materia di indirizzo (e non più due come vorrebbe la normativa vigente). Di contro, il 26% è convinto di potersi trovare di fronte a due materie caratterizzanti, mentre secondo il 15% del campione le materie vengono decise dalla commissione in sede di esame. Il che vuol dire che probabilmente non sono consapevoli nemmeno della materia che è stata scelta dal Mim per la seconda prova di Maturità.
I maturandi non sembrano aver colto neppure un’altra semplificazione, cioè che il professore della commissione titolare della materia di indirizzo sarà interno, e che quindi sarà un docente della loro scuola a correggere lo scritto di indirizzo. Al contrario, per il 17% sarà un professore esterno a correggerlo, mentre per un altro 16% ciò dipenderebbe addirittura da una scelta del singolo istituto. Non mancano perplessità anche per quanto concerne l’ultimo passaggio della Maturità 2023: il colloquio orale. L’interrogazione da parte della commissione è un momento topico per i maturandi. Molti studenti, però, dimostrano di non conoscerne né il funzionamento né il suo valore in termini di punteggio. Ad esempio, il 10% non sa che il colloquio inizierà a partire da un materiale – documento, testo, foto – presentato dalla commissione, il 4% non si aspetta una valutazione sulle competenze di educazione civica, mentre il 6% ignora di essere tenuto a relazionare le esperienze svolte in Pcto.
Per quanto riguarda il punteggio anche qui qualcuno è rimasto alla precedente edizione dell’esame: solo il 76% ha dimostrato di conoscere il punteggio dell’ultimo step della Maturità 2023: 20 punti. Proprio sui punteggi delle varie prove la confusione regna sovrana. Nonostante il ritorno alla legge di riferimento, dopo un triennio di cambiamenti, i maturandi sembrano aver dimenticato cosa prevede la formula di esame originale: circa 1 su 5 non sa che prima prova, seconda prova e colloquio orale avranno lo stesso valore (20 punti al massimo). E le cose vanno solo leggermente meglio quando parliamo della dotazione dei crediti scolastici: a sapere che il massimo ottenibile nel corso del triennio è 40 punti sono più di 2 studenti su 3. Quasi tutti (l’85%), per fortuna, hanno compreso che la Commissione d’esame sarà mista, composta da tre docenti interni e tre esterni (con un presidente anch’esso esterno). «Non ci sono più le circolari ministeriali di una volta, quelle che arrivavano ad ogni studente di ogni scuola del regno – dice Daniele Grassucci, direttore di Skuola.net – Così può capitare che, a pochi giorni dall’esame di Maturità, ci siano studenti capaci di non azzeccare la data o l’ora esatta di inizio delle prove scritte, oppure che non sappiano esattamente quali materie siano state scelte per la seconda prova d’indirizzo o che ignorino come si compone il punteggio dell’esame. Questo è sempre accaduto, anche in tempi di stabilità normativa, come ha rilevato Skuola.net nelle sue consuete indagini pre-esame. Figuriamoci ora che la Maturità, anche a causa della pandemia, è cambiata praticamente ogni anno».
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