Nove ore di musica dal vivo e circa 50 artisti della scena attuale. Torna anche quest’anno il Concertone del Primo Maggio di Roma, in diretta su Rai 3, Rai Radio 2, RaiPlay e Rai Italia da piazza San Giovanni. La manifestazione – giunta alla trentatreesima edizione, è dedicata alla Costituzione. «L’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro». Questo è lo slogan scelto da Cgil, Cisl e Uil. «Abbiamo scelto di richiamare la Costituzione in occasione dei suoi 75 anni- spiega Maurizio Landini, segretario nazionale della Cgil – perché ci sembra il punto di fondo e perché, mai come adesso, c’è troppo lavoro precario e si continua a morire sul lavoro. Non tutti hanno gli stessi diritti e per questo rimettere al centro l’idea dei padri costituenti, cioè che è il lavoro che permette di realizzarsi e vivere con dignità, diventa un elemento per migliorare e accrescere la nostra democrazia». «Per noi la Costituzione è la bussola di riferimento – aggiunge Luigi Sbarra, segretario nazionale della Cisl – Non va solo letta, va vissuta, difesa, valorizzata nei valori e nei principi, soprattutto per le nuove generazioni. La Costituzione rimane il grande faro di civiltà per il nostro Paese».
«C’è ancora tanta gente che soffre – dice Pierpaolo Bombardieri, segretario nazionale Uil – tanti lavoratori in difficoltà per le crisi aziendali, tanti giovani che non riescono a trovare lavoro, tanti precari mal retribuiti. Anche il Primo Maggio sarà una giornata di mobilitazione per chiedere al Governo interventi concreti per le lavoratrici, i lavoratori, i pensionati e i giovani. Vedremo cosa ci sarà nel cosiddetto decreto lavoro ma al momento siamo preoccupati per le decisioni che stanno emergendo. Il rischio è che, con quel provvedimento, aumenti la precarietà perché potranno essere utilizzati contratti a tempo determinato per la durata di tre anni. Inoltre crescono i profitti e le diseguaglianze ma, al contrario, diminuisce il potere di acquisto dei salari, con un’inflazione che si è mangiato il 10 per cento delle buste paga. Nel corso di un anno i lavoratori hanno già perso una mensilità del proprio salario: pertanto, il previsto taglio del cuneo fiscale, con i suoi 15 euro lordi al mese, è del tutto insufficiente per recuperare quella perdita. Nulla si è mosso né in materia di salute e sicurezza, mentre si continua a morire sul lavoro, né di pensioni, visto il peggioramento di opzione donna, né di fisco, considerato che non c’è la riduzione strutturale delle tasse per pensionati e dipendenti e neanche la detassazione degli aumenti contrattuali. Ecco perché abbiamo indetto questa grande mobilitazione: siamo convinti che sia possibile costruire una società migliore e l’impegno unitario del Sindacato punta a convincere il Governo della necessità di cambiare direzione di marcia».
Per questo ci saranno tre grandi manifestazioni congiunte nel mese di maggio: il 6 a Bologna, il 13 a Milano e il 20 a Napoli. Serviranno per sostenere e chiedere al governo una svolta nelle politiche industriali, economiche, sociali e occupazionali
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