«L’attuale prolungata condizione di siccità diffusa nel distretto del fiume Po rappresenta la situazione di maggiore urgenza nel comprensorio Padano, ma è fuori di dubbio che proprio gli stravolgimenti idro meteo climatici possono alternare a questi scenari anche possibili periodi in cui l’accumulo di risorsa idrica negli alvei del Grande Fiume e dei suoi 141 affluenti – a causa di precipitazioni copiose e improvvise – può mettere seriamente a repentaglio la sicurezza idraulica delle comunità rivierasche e dell’ambiente circostante». E’ quanto si legge in una nota Autorità Distrettuale del Fiume Po. Nel 2018, dopo aver avviato l’Autorità ha redatto un progetto, ora aggiornato, indicando tutte le aree a rischio idraulico mostrandone il livello potenziale di fragilità. Lo studio, che vede il 16 per cento delle arginature a potenziale rischio, indica le principali zone su cui intervenire nei comprensori di Pavia, Piacenza, Mantova, Ferrara e Rovigo per un valore stimato di circa 550 milioni di euro.
«Proprio in questo periodo si sta animatamente dibattendo sulla reale possibilità di riuscire a spendere in investimenti utili e rispettando progettazioni già in essere con rigide tempistiche tutti i fondi europei messi a disposizione dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e in quest’ottica il pacchetto di interventi necessari, messo sul tavolo degli investimenti e accantonato, in un primo momento, dai precedenti esecutivi, potrebbe tornare di grande utilità al sistema nella lotta al mutamento del clima, rendendo più performante la stessa capacità di adattamento delle singole aree – si legge nella nota – Il fabbisogno per gli interventi di adeguamento di sicurezza arginale nel distretto del Po, tra le altre cose, è già inserito a pieno titolo nel repertorio Rendis e di fatto viene considerato una priorità per l’intero territorio».
«La previsione dei modelli e tutti i dati acquisiti – ha sottolineato Alessandro Bratti, Segretario Generale dell’Autorità Distrettuale del Fiume Po – ci consegnano una situazione che preoccupa e che va vista non come emergenza, ma affrontata con una strategia convinta e incisiva che guardi a un orizzonte di medio e lungo periodo come strategia di adattamento al cambiamento climatico più a largo spettro. Tutto ciò comporta azioni che guardino ai rafforzamenti delle governance decisionali del sistema, alle nuove infrastrutture da finanziare in tempi adeguati e alle tecnologie necessarie. Oggi invece ciò che possiamo fare è avere un quadro sempre più preciso ed aggiornato dei valori idrologici per cercare di gestire al meglio delle possibilità la risorsa idrica disponibile».
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