Sei immobili su 10 in Italia sono obsoleti

Gen 10, 2023

Il 62 per cento del patrimonio abitativo e il 38 per cento di quello destinato ad altri usi ricade nelle classi energetiche più basse. La ricerca di Silvi Costruzioni
di Redazione

immobiliIn Italia sei immobili su dieci sono obsoleti. Nel parco edilizio del nostro Paese – composto per il 92 per cento da edifici residenziali e per il restante 8 da immobili destinati ad altri usi – la maggior parte delle proprietà sono vetuste e potrebbero trarre un grande beneficio dalle ristrutturazioni. A fare il punto della situazione è la Silvi Costruzioni Edili, che tra i clienti, oltre a committenti pubblici e istituzionali, annovera Fondi Immobiliari per i quali ha realizzato strip out e ristrutturazioni globali, come quella del Centro Direzionale Agip di Roma in via Laurentina.

«Il 62% del patrimonio abitativo – spiegano gli analisti di Silvi Costruzioni Edili, azienda dal 1970 leader a Roma e nel Lazio nella progettazione, costruzione, ristrutturazione e manutenzione di fabbricati – e il 38% di quello destinato ad altri usi si trova infatti nelle classi energetiche più basse, F o G». In Europa l’edilizia rappresenta una quota molto importante delle emissioni di CO2 (36%) e dei consumi (40%). «Eppure in Italia – sottolinea Gianni Silvi, Ceo di Silvi Costruzioni Edili – nell’ambito dell’edilizia vi è una scarsa attenzione per l’efficientamento: il tasso annuo di ristrutturazione profonda è di appena lo 0,9%, una percentuale che consente comunque di ridurre i consumi in una forbice di valori compresi tra i 4,2 e i 5,8 TWh all’anno».

«In altri termini – puntualizza Silvia Silvi, general manager della Silvi Costruzioni – con l’attuale percentuale di ristrutturazione profonda, le emissioni edilizie si riducono in una forbice di valori compresi tra 0,85 e 1,17 MtonCO2. A questi risultati si devono poi sommare le stime relative alle nuove costruzioni in fase progettuale o di realizzazione. «Al 2030 gli edifici in classe energetica A saranno quasi il triplo rispetto ad oggi, passando dal 5% al 14%, con una riduzione dei consumi compresa tra il 6,5% e l’8,5% kWh/mq, passando quindi dagli attuali 611 TWh ad una forbice che andrà da 665 a 680. Risparmi energetici e tagli di emissioni che tuttavia non sono sufficienti per raggiungere gli obiettivi europei di meno 55% emissioni a fine decennio. Per raggiungere questo livello, il tasso di ristrutturazione profonda dovrebbe aumentare del 50%, passando dall’attuale 0,9% all’1,4%».

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