La ricerca di Workday su disabilità e aziende

Dic 13, 2022

Una su tre banalizza il tema. Ecco i risultati della Survey 'Equality, Diversity and inclusion research Italy'
di Redazione

Workday«E’ ancora lunga la strada verso una piena consapevolezza delle politiche di diversità, equità e l’inclusione da parte delle aziende italiane». E’ questa una delle indicazioni principali che emerge dalla survey ‘Equality, Diversity and Inclusion Research Italy’ condotta da Workday, società leader nelle applicazioni cloud aziendali per la finanza e le risorse umane, in collaborazione con Sapio Research. Lo studio ha coinvolto 301 professionisti tra HR e business leader italiani nell’ambito delle iniziative di diversità, equalità e inclusione (Dei), appartenenti a multinazionali e medie imprese. L’indagine si è posta l’obiettivo di fotografare lo stato di equità all’interno dei luoghi di lavoro, che passa dall’accettazione delle differenze di genere, di etnia, di religione, di orientamento sessuale, di età e di estrazione sociale, osservando a che punto è il mondo professionale nel percorso verso l’inclusione.

«Portare diversità e inclusione in azienda – fa sapere Workday – significa prestare attenzione e rispetto alle differenze delle persone, integrandole nello stesso ambiente lavorativo con iniziative e politiche aziendali concrete. Ma quante organizzazioni riescono in questo intento? Secondo la ricerca, in Italia la situazione è ancora spaccata: il 36% degli intervistati, infatti, nega, banalizza o tratta in modo conflittuale il tema della diversità, a fronte di un 35% che ha affermato con certezza che la propria organizzazione adotta pratiche virtuose per celebrare le differenze; il 25%, infine, ha dichiarato che le persone sono incoraggiate al dialogo e all’accettazione reciproca. C’è una maggiore visione comune sugli obiettivi: per il 44% degli intervistati la prima finalità è quella di migliorare il benessere dei dipendenti, seguita dalla creazione di team più eterogenei e dalla necessità di migliorare l’employee engagement (entrambi con il 41%)». «Le aziende italiane stanno dando sempre più importanza alle iniziative Dei come dimostra il 75% delle organizzazioni – spiega la nota stampa di Workday –  che ha dichiarato di avere un budget dedicato a disposizione per il 2021. Questa percentuale viene suddivisa in tre tipologie di investimenti: il 19% pianifica il budget solo per iniziative a lungo termine, il 26% solo per azioni a breve termine mentre il 30% delle organizzazioni (in diminuzione del 14% rispetto al 2021) suddividono il loro budget tra progetti a breve e lungo termine in modo da produrre un cambiamento strutturale all’interno del contesto organizzativo. Notizie positive arrivano in vista del 2023 dove il 34% delle organizzazioni ha già dichiarato che aumenterà il budget per le iniziative DE&I a fronte del solo 7% che intende diminuirlo e del 45% che manterrà gli stessi investimenti pianificati per il 2022».

La ricerca Workday e Sapio Research ha poi evidenziato quali sono le problematiche relative alla documentazione e all’analisi dei risultati delle iniziative Dei. Il 62% degli intervistati afferma che la misurazione è una sfida e richiede nuovi sistemi tecnologici e software più efficienti: i tools indicati come più utilizzati sono ancora i sistemi di comunicazione interna come l’Intranet aziendale o l’instant message. Appena il 24% delle aziende misura l’impatto sul business e il valore percepito dai dipendenti delle iniziative di inclusione, mettendo ai primi posti i KPI riguardanti la disabilità, l’età e il genere sessuale.  La mancanza di un approccio strategico, unito alla necessità di adottare nuove tecnologie che integrino le metriche DEI nei KPI di business, è lo step successivo richiesto alle imprese italiane per sviluppare definitivamente una cultura aziendale incentrata sul rispetto e la valorizzazione di tutte le persone senza distinzioni di alcun tipo. Alcune organizzazioni hanno però iniziato un nuovo percorso verso la trasformazione digitale: secondo la ricerca 2 aziende su 5 stanno investendo in strumenti come l’intelligenza artificiale e altri software più avanzati, con l’obiettivo di rendere più scientifiche e migliorare e le survey rivolte ai dipendenti, lo sviluppo delle prestazioni dei lavoratori e il sistema di assunzione di nuovi talenti.

«Altro oggetto di indagine – conclude Workday – che impone delle riflessioni riguarda le pressioni esterne per cui vengono attivate le iniziative di diversità, equità e inclusione: il 69% ha affermato che la crescita reputazionale connessa all’implementazione di pratiche ESG e CSR è stata la pressione esterna più forte, al secondo posto è presente la soddisfazione delle aspettative dei clienti indicata dal 64% mentre al terzo posto il rispetto di leggi e regolamenti governativi con il 61%. Queste risposte sono il risultato di una crescente sensibilità all’interno della società e dell’opinione pubblica, sempre più attente ai temi connessi ai diritti civili».

0 commenti

Invia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Pin It on Pinterest

Privacy Policy Cookie Policy