ReCiProCo, promuovere il consumo sostenibile

Dic 1, 2022

Il progetto di Enea a Bologna, Taranto e Angulillara Sabazia per coinvolgere i territori nell’economia circolare
di Redazione
ReciprocoOltre 360 buone pratiche di economia circolare, laboratori urbani e Qr code per aiutare i consumatori a comprendere, attraverso indicatori specifici (in grado di cogliere aspetti chiave della circolarità, produzione, consumo, gestione dei rifiuti, materie prime seconde, innovazione e investimenti), la circolarità di alcuni prodotti dei settori della carta, dell’edilizia e del tessile. Sono questi i principali risultati del progetto ReCiProCo (Realizzazione di strumenti e iniziative sull’economia circolare a vantaggio dei consumatori) di Enea, che nell’arco di due anni ha coinvolto i cittadini di Bologna, Taranto e Anguillara Sabazia (Roma), nell’ambito di una convenzione con il Ministero delle Imprese e del Made in Italy sullo sviluppo di strumenti per promuovere il consumo sostenibile e circolare.
«Il coinvolgimento dei consumatori e dei territori è fondamentale in un processo di transizione verso l’economia circolare delle comunità – ha detto Claudia Brumori, responsabile della divisione Enea di Uso efficiente delle risorse e chiusura cicli  – sia per la raccolta e la diffusione di buone pratiche che per lo sviluppo di un sistema di smart governance locale e di interazione intersettoriale costruttiva sui temi della sostenibilità».
In tutte le attività del progetto ReCiProCo sono stati coinvolti attori pubblici e privati del territorio, in modo particolare scuole e associazioni di consumatori, in un processo di co-progettazione di soluzioni per un consumo circolare e una gestione del territorio improntata a un uso più efficiente delle risorse. «Con questo tipo di approccio, si affiancano a iniziative di formazione e informazione sui temi della transizione circolare, momenti di scambio costruttivi in cui idee e progetti innovativi sono condivisi a livello di comunità, nel rispetto delle tipicità culturali del territorio ha aggiunto Brumori – I progetti sviluppati diventano parte del patrimonio della comunità e possono essere implementati con il supporto degli enti locali».
Nei tre territori pilota, il confronto tra associazioni, esperti e singoli è avvenuto all’interno di ecosistemi denominati Urban Living Lab, nell’ambito dei quali sono stati affrontati temi nel campo del turismo, agroalimentare, verde in città e sharing economy, in un’ottica di economia circolare e di consumo sostenibile.

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