Il sito Leonardo a rischio chiusura. La Uilm si mobilita

Mar 16, 2022

«Scelta sbagliata. Valutare piano industriale. Capire le direzioni strategiche dell'impresa, i principali obiettivi economici e finanziari, le azioni per raggiungere i risultati è l’obiettivo che dobbiamo raggiungere»
di Redazione

«La chiamano ottimizzazione ma analizzandola non lo è. La chiamano razionalizzazione e invece è una elementare e banalissima operazione matematica che si abbatte sulle spalle di tante lavoratrici e tanti lavoratori. A ben vedere la scelta della direzione aziendale della Bu elettronica Italia, che ha preannunciato la chiusura di quattro siti italiani della divisione elettronica, tra cui quello della Leonardo di Pomezia, è una decisione sbagliata che rispediamo al mittente». Non usa mezzi termini Fabrizio Fiorito, Segretario generale della Uilm di Roma e provincia, per giudicare negativamente le decisioni del management dell’azienda che prevedono la trasformazione del sito di Pomezia in un magazzino logistico automatizzato con pochissimo personale e lo spostamento della produzione elettronica a Cisterna di Latina.

«E’ un metodo sbagliato – dice Fiorito – perché innanzitutto rischia di creare una lotta tra territori, ma che potrebbe diventare una lotta per accaparrarsi poche briciole. In realtà non c’è alcuna logica in questa presunta ottimizzazione, visto che l’azienda ha tenuto molto bene le ricadute della pandemia, aumentando gli utili raggiungendo risultati lusinghieri durante il 2021. Se ciò è accaduto, è stato soprattutto grazie all’impegno quotidiano dei lavoratori ai quali oggi si prospetta uno stravolgimento delle abitudini senza però offrire nessuna rassicurazione occupazionale in più rispetto alle attuali». «Ciò che realmente va valutato – prosegue l’esponente sindacale della Uilm – è il piano industriale e su questo siamo impegnati con le rappresentanze dei lavoratori. Capire le direzioni strategiche dell’impresa, i principali obiettivi economici e finanziari, le azioni per raggiungere i risultati è l’obiettivo che dobbiamo raggiungere. Il recente passato è stato costellato da continui tentativi finiti male di scorporare e dismettere attività, come nel caso di Atc o Automation. E’ in questa ottica che giudichiamo negativamente quella che è stata presentata come una ottimizzazione ma che in pratica non fa altro che muovere come pedine lavoratori e lavoratrici da un sito all’altro».

«E’ nel merito che vogliamo discutere e trovare soluzioni accettabili e di prospettiva – conclude Fiorito – Ma è chiaro che un’azienda a partecipazione statale ha una responsabilità sociale nei confronti delle donne e degli uomini che lavorano alla Leonardo che non può eludere, responsabilità che si estendono anche ai lavoratori dell’indotto. Siamo e resteremo vicini alle lavoratrici e ai lavoratori di Pomezia in stato di agitazione, perché vogliono risposte certe per il loro futuro occupazionale».

 

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