Si osserva una diminuzione dell’incidenza settimanale a livello nazionale: 1823 ogni 100mila abitanti (dal 21 al 27 gennaio) contro 2011 ogni 100mila (dal 14 al 20 gennaio ). Nel periodo 5 gennaio 2022 – 18 gennaio 2022, l’Rt medio calcolato sui casi sintomatici è stato pari a 0,97 (range 0,86 – 1,18), in diminuzione rispetto alla settimana precedente e al di sotto della soglia epidemica. Lo fa sapere l’istinto superiore di sanità nel suo report settimanale sulla diffusione del Covid.
Lo stesso andamento si registra per l’indice di trasmissibilità basato sui casi con ricovero ospedaliero (Rt=0,96 (0,94-0,99) al 18/01/2022 vs Rt=1,01 (0,99-1,02) all’11/01/2022. Si sottolinea però che diverse regioni hanno segnalato ritardi nell’inserimento dei dati del flusso individuale e non si può escludere che tali valori possano essere sottostimati. Il tasso di occupazione in terapia intensiva è al 16,7% (rilevazione giornaliera Ministero della Salute al 27 gennaio) vs 17,3% (rilevazione giornaliera Ministero della Salute al 20 gennaio). Il tasso di occupazione in aree mediche a livello nazionale è al 30,4% (rilevazione giornaliera Ministero della Salute al 27 gennaio) vs 31,6% (rilevazione giornaliera Ministero della Salute al 20 gennaio). Quattro regioni sono classificate a rischio al secondo il DM del 30 aprile 2020, di cui 3 a causa dell’impossibilità di valutazione per incompletezza dei dati inviati. Nove sono classificate a rischio moderato. Tra queste, tre sono ad alta probabilità di progressione a rischio alto e 8 sono classificate a rischio basso.
Mentre 15 riportano almeno una singola allerta di resilienza, quattro riportano molteplici allerte di resilienza. Rimane stabile il numero di nuovi casi non associati a catene di trasmissione (652.401 vs 658.168 della settimana precedente). La percentuale dei casi rilevati attraverso l’attività di tracciamento dei contatti è in leggero aumento (18% vs 15% la scorsa settimana). E’ in diminuzione la percentuale dei casi rilevati attraverso la comparsa dei sintomi (38% vs 41%) mentre aumenta la percentuale di casi diagnosticati attraverso attività di screening (45% vs 44%).
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