«Di fronte a un’Europa che sta vivendo alle proprie frontiere quello che Papa Francesco ha definito a Lesbo un naufragio di civiltà e che si accinge a festeggiare il Natale, Save the Children rilancia con un video l’iniziativa #lanterneVerdi per chiedere ai Paesi membri di dare protezione e rifugio ai migranti che si trovano al freddo e chiedono aiuto all’Europa». Per rilanciare questo appello, Save the Children – l’organizzazione internazionale che da oltre cento anni lotta per salvare le bambine e i bambini a rischio e garantire loro un futuro – riedita la favola della piccola fiammiferaia, un racconto familiare dal finale amaro già scritto, trasformandolo in un appello urgente a tutti per cambiarne insieme l’epilogo.
Lanterne Verdi è una iniziativa che vede insieme, tra gli altri, il quotidiano Avvenire, il settimanale l’Espresso, Save the Children Italia, programmi tv come Propaganda Live, tantissime persone, associazioni, realtà di impegno e solidarietà, e che invita tutti ad accendere negli uffici, nei negozi, nella propria casa, sugli alberi di Natale e nei presepi, lanterne verdi per chiedere all’Europa di proteggere e non respingere chi fugge da guerra e povertà. «Vogliamo dire insieme da che parte stiamo e opporci all’escalation in atto alle frontiere dell’Unione Europea – dice Daniela Fatarella, direttrice generale di Save the Children – Basti pensare a ciò che sta succedendo al confine fra Bielorussia e Ue, dove migranti e rifugiati, tra cui diversi minori soli o con le loro famiglie, sono bloccati in campi di fortuna e lottano contro ipotermia e fame. In queste settimane hanno dovuto affrontare respingimenti crudeli e violenze da parte delle guardie di frontiera, almeno un ragazzo e un bambino, oltre a una donna incinta, hanno perso la vita, mentre i rapporti delle organizzazioni locali suggeriscono che altre morti sarebbero avvenute nella foresta al confine. È inaccettabile che la vita dei bambini e delle loro famiglie venga utilizzata come merce di scambio. Trascurare la vulnerabilità e i pericoli affrontati in frontiera e negare loro i diritti non fornisce alcuna soluzione. Al contrario, porta a violenze, abusi e morti Ai confini dell’Ue si sta decidendo il futuro dei principi fondanti dell’Unione, che è nata sul rispetto dei diritti umani e che oggi come ricordato Papa Francesco, sta vivendo invece un naufragio di civiltà. Non possiamo permettere che questo accada e dobbiamo tornare a essere umani e chiedere a gran voce che l’Europa ritrovi le sue radici e applichi politiche di accoglienza e non di respingimento e chiusura».
La storia simbolica del video vuole smuovere le coscienze. Nella sequenza si vede una bambina rifugiata, sola, per strada, durante le festività, esposta al freddo e al gelo, senza riparo, come senza riparo sono tanti, troppi bambini e bambine in questo momento ai confini e all’interno dell’Europa. Lei ha bisogno di protezione, cibo e vestiti caldi. Ha bisogno di giocare, studiare e immaginare il proprio futuro. Il finale della fiaba è segnato e opposto, ma il video invita ciascuno ad attivarsi per cambiare le cose. Tutti possono accendere una lanterna verde contro l’indifferenza, nel loro luogo di vita o di lavoro, e sui propri canali social in rete, postando il simbolo con l’hashtag lanterneVerdi. Sulla pagina dell’associazione è possibile trovare informazioni sulla campagna e su come aderire. «Con questa iniziativa – conclude Fatarella – chiediamo al Governo italiano e all’Unione europea una politica più umana, che accolga le persone vulnerabili, riconoscendo i diritti e la dignità delle persone bloccate ai confini dell’Ue, nel rispetto pieno dei principi morali e degli statuti giuridici dell’Unione. Chiediamo di porre immediatamente fine ai respingimenti alle frontiere per consentire l’accesso al territorio Ue dove poter fare richiesta di protezione internazionale e che le persone bloccate al confine con la Bielorussia possano ricevere cibo, acqua, vestiti, cure mediche adeguate e riparo, come già ordinato dalla Corte europea dei diritti dell’uomo. E’ indispensabile che venga garantito da subito l’accesso alle aree di confine alle organizzazioni umanitarie, per portare aiuto e proteggere in particolare i più vulnerabili, come i bambini soli o con le loro famiglie».
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