Ammonta a quasi 500mila euro il sequestro di beni eseguito dalla Direzione investigativa antimafia su proposta del Procuratore della Repubblica di Napoli Giovanni Melillo nei confronti di due imprenditori edili di Marano di Napoli. Gli accertamenti patrimoniali svolti dalla Dia sull’intera famiglia sono stati avviati a seguito dell’approfondimento di segnalazioni di operazioni finanziarie sospette che hanno consentito di individuare beni in denaro non ancora oggetto di misure patrimoniali definitive e, quindi, potenzialmente esigibili dagli intestatari.
Le importanti inchieste giudiziarie coordinate dalla Direzione distrettuale antimafia di Napoli avevano portato all’arresto nel 2013 degli imprenditori e dei loro figli – poi condannati con sentenze irrevocabili perché ritenuti responsabili di aver partecipato dal 1990 fino al 2008 all’associazione camorristica legata al clan Polverino. Nel giugno del 2020 il Tribunale di Napoli – su richiesta del Procuratore della Repubblica – aveva emesso un primo decreto di sequestro di prevenzione che ha riguardato il patrimonio accumulato dalla famiglia imprenditoriale per un valore stimato in dieci milioni di euro: i beni oggetto della misura ablativa patrimoniale hanno riguardato diversi immobili, tra cui anche una scuola e le società di costruzione utilizzate dagli stessi per commettere i reati contestati.
Il decreto di sequestro di oggi – emesso dal Tribunale partenopeo – assieme ad altro provvedimento già emesso in urgenza ed eseguito dalla Dia lo scorso mese di settembre, integra la misura adottata già il primo giugno del 2020, ed è stato richiesto con urgenza dal Procuratore della Repubblica di Napoli tenuto conto degli accertamenti svolti dalla Dia che hanno individuato somme di denaro, suddivise in fondi di investimento, azioni, conti correnti e quote intestate ai predetti imprenditori accumulati nello stesso periodo in cui è documentata la loro adesione al sodalizio camorristico.
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