La sicurezza sul lavoro? Diventi materia di studio

Nov 27, 2019

la Uilm chiede di inserirla tra gli argomenti di educazione civica
di Alfonso Vannaroni

La sicurezza sul lavoro diventi materia di studioLa sicurezza sul lavoro materia di studio nelle scuole. La sicurezza sul lavoro come percorso culturale di prevenzione. Come una formazione continua, che accompagni i giovani nella crescita preparandoli al domani, quando saranno adulti. E quando da adulti entreranno nel mondo del lavoro. «Cultura, sicurezza e lavoro sono tre pilastri su cui può e deve fondarsi l’esistenza di ogni individuo – afferma Andrea Farinazzo, responsabile dell’ufficio nazionale ambiente, salute e sicurezza della Uilm – Abbiamo una legislazione all’avanguardia in tema di sicurezza, ma da sola non basta». Accade spesso che i controlli, le sanzioni arrivino dopo. Dopo la tragedia, dopo la morte di una lavoratrice o di un lavoratore. Negli ultimi dieci anni 17mila persone sono uscite di casa per andare al lavoro e a casa non sono tornate. Si muore nei cantieri, nelle fabbriche, in agricoltura. Schiacciati da un peso, da un mezzo pesante in manovra, oppure asfissiati da esalazioni nocive. Bastano pochi istanti per spezzare una vita. Troppo facile liquidare il tutto come tragiche fatalità. Che siano in itinere o sul posto di lavoro, indignarsi dopo non basta.

«Morire di lavoro sta diventando un tragico conteggio mensile – spiega il responsabile dell’ufficio nazionale della Uilm – da inizio anno ad oggi sono scomparsi in media tre lavoratori al giorno, raggiungendo la spaventosa cifra di 780 vittime. Occorre spostare l’attenzione al prima e non al dopo. Salute e sicurezza sul lavoro devono rappresentare una priorità per le imprese e per chi ci lavora. E’ fondamentale diffondere le iniziative, come i break formativi inseriti nel contratto nazionale dei metalmeccanici, estendendoli ai rappresentanti dei lavoratori e ai responsabili del servizio di prevenzione. E poi ci vogliono giovani preparati coscienti del rischio insito in ogni attività lavorativa. Dobbiamo puntare quindi sull’insegnamento e sfruttare la legge che prevede la reintroduzione dell’educazione civica nelle scuole (92/2019) per insegnare così gli elementi necessari sicurezza sul lavoro».

Questa legge – che dal 2020 – prevede trentatré ore l’anno nelle scuole per conoscere la Costituzione italiana, la cittadinanza digitale, l’educazione alla legalità, potrebbe prevedere anche nozioni relative alla sicurezza nei luoghi di lavoro. Il sindacato ci crede. «Siamo già stati in un istituto di Melfi – conclude Farinazzo – I ragazzi hanno partecipato, erano entusiasti. Noi siamo convinti che dialogare con i ragazzi e le ragazze per far conoscere loro cosa sia il rischio sul lavoro è  fondamentale per ridurre le morti, per dare più sicurezza e migliorare così la qualità della vita degli adulti di domani».

 

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